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L’Italia: il migliore dei mondi possibili

12/07/2021

L’Italia: il migliore dei mondi possibili

Italia campione d’Europa, dopo 53 anni, con Roberto Mancini e i suoi “ragazzi meravigliosi”; Matteo Berrettini finalista a Wimbledon, il primo italiano dopo 144 anni; la dimostrazione che lo sport unisce; due figure come Sergio Mattarella e Mario Draghi che fanno dimenticare la tristezza della politica italiana e danno la giusta dignità al nostro Paese; 41 sindaci che si uniscono per difendere le 442 persone licenziate tramite WhattsApp nella fabbrica della GKN in Toscana; la campagna #sostieniunospedale che ha visto donazioni per 650.000 euro, offerte, per il 30%, da giovani tra i 25 e i 34 anni; Janet Yellen, segretario al Tesoro degli Stati Uniti d’America, che ringrazia l’Italia per il fondamentale contributo dato alla lotta contro la pandemia. 

Sono aspetti che disegnano e mettono in evidenza, come mai prima d’ora, il valore che l’Italia ha agli occhi del mondo: un paese tra i migliori dei mondi possibili, per parafrasare Voltaire. Un patrimonio che si rivela anche e soprattutto nella bellezza dei borghi storici, nel paesaggio e nello stile di vita degli italiani. Aspetti che, molto prima di noi cittadini di questo Paese, erano già nell’immaginario dei milioni di persone che ogni anno venivano in Italia, e che ci torneranno ancor più volentieri perché anche il nostro carattere sta cambiando in meglio: siamo più attenti ai bisogni, più solidali, più disponibili.        E, per quanto riguarda gli argomenti del nostro lavoro, vediamo anche questo quando parliamo con i ristoratori; la volontà di non fare di tutta l’erba un fascio. È indispensabile, in questa società che si sta ricostruendo poco alla volta, mettere in evidenza il buono dal brutto, a tutti i livelli. Non bisogna più far passare l’omologazione.

Il Mincio e il Ponte Visconteo, scorcio di bellezza Il Mincio e il Ponte Visconteo, scorcio di bellezza

Nella ristorazione questo significa aiutare chi lavora bene, chi sceglie la qualità delle materie prime e non il prezzo più basso, chi paga i dipendenti e i fornitori in modo regolare, chi tiene al proprio territorio e lo valorizza facendo rete. Solo così la ristorazione assumerà il ruolo che le compete: quello di regalare emozione, gioia, piacere alle persone. Non basta la segnalazione su una guida, non bastano le stelle e i premi per fare la differenza.
La differenza, oggi più che mai, la fa l’etica del lavoro, anche in un settore come questo.

Michele Zago, titolare de Lo Stappo wine & foodMichele Zago, titolare de Lo Stappo wine & food

Queste sono le riflessioni che abbiamo fatto al cospetto di un cuoco che mette l’anima nella gestione del suo ristorante: Michele Zago, titolare de Lo Stappo wine & food, un ristorantino che funziona, avendo i tavoli solo all’aperto, da marzo a inizio novembre, a Borghetto (VR), uno dei borghi più belli d’Italia. Aperto da una decina d’anni, da quando questa parte del borgo, composta dai mulini ad acqua risalenti al ‘400, è stata ristrutturata ricavando due ristoranti, un bar gestito dal figlio di Michele, Stefano, e alcune camere per gli ospiti. Il tutto è un’autentica magia, di quelle che si vivono in “una notte dell’estate italiana”.
La cucina di Michele è essenziale, con ricette della tradizione come i tortellini di Valeggio e una buona mano nella preparazione del pesce. In sala, una terrazza solcata dalle acque del Mincio, opera uno staff giovane sapientemente guidato dal direttore Mario Cicalese e dall’altro figlio di Michele, Samuel che ci ha incantato con i gesti prima ancora che con le parole. Gesti nel preparare davanti a noi l’impiattamento di un rombo alla mediterranea che ha letteralmente attratto l’attenzione del tavolo vicino, dove due turiste straniere ci osservavano con tutta la bonaria invidia possibile.
 

Lo Stappo, a Borghetto sul MincioLo Stappo, a Borghetto sul Mincio
I mulini ad acqua risalenti al ‘400I mulini ad acqua risalenti al ‘400

Questi modi, la semplicità dei gesti, il valore che Michele dà alle persone che lavorano con lui – “Nei mesi invernali, quando Lo Stappo è chiuso, grazie alla buona capacità amministrativa di mia moglie Lucidalba, siamo riusciti a garantire lo stipendio ai nostri collaboratori stagionali, risolvendo in questo modo il problema della carenza di personale che coinvolge il nostro settore” racconta -  sono la chiave perfetta di lettura di un’Italia che, come dicevamo, sta vivendo la sua stagione più importante. Non possiamo permetterci di gettarla al vento.
 

Luigi Franchi 


Lo Stappo

Via Raffaello Sanzio, 18/B,
37067 Borghetto (VR)

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