Si esce dall’autostrada a Faenza e in meno di cinque minuti ci si trova proiettati in un luogo inaspettato per originalità, bellezza e bontà; stupore ancor più grande se si pensa che Casa Spadoni sorge a ridosso di una strada molto trafficata di cui, nelle sale, non si percepisce la benché minima presenza.
Del resto, il lavoro che Leonardo Spadoni e Beatrice Bassi hanno fatto per allestire questa casa, luogo di buongusto e di buon cibo ricavato in un’antica seteria, è di quelli che lasciano il segno; non c’è un oggetto che non sia stato cercato, voluto, scelto e inserito in un contesto che ha il pregio dell’accessibilità per tutti, sia in termini di prezzo, sia per la facilità di raggiungimento.
Quello di Casa Spadoni è un progetto molto articolato, che parte da alcuni presupposti: la filiera alimentare perseguita da Leonardo Spadoni come identità di territorio e il coinvolgimento di uno chef del calibro di Marco Cavallucci che, da questa filiera, ricava ricette di elevata qualità.
Una sorta di cucina autarchica che testimonia come il territorio abbia davvero un grande valore, senza attingere a parole desuete e manipolate come il chilometro zero.