Cerca

Premi INVIO per cercare o ESC per uscire

Lo Spritz: non più solo tradizione veneta

10/01/2012

Lo Spritz: non più solo tradizione veneta
Nella lista dei  75 cocktail ufficiali dell’International Bartenders Associations è entrato  di diritto anche lo Spritz Aperol, denominato dai  americani come “Spritz Veneziano”, nella categoria dei nuovi drink. La composizione “ufficiale” prevede 6 cl di Prosecco, 4 cl di Aperol Soda, uno spruzzo di soda e la classica guarnizione con una fetta di arancia.
Una ricetta che diventerà un must per i barman professionisti di tutto il mondo (a discapito delle altre versioni dello Spritz) e che sarà tra le finaliste della gara tra “Sparkling cocktails”, preludio della sfida finale per il “World cocktail of the year” (l’ultimo vincitore è stato il “Great Sunrise”,  del giapponese Takafumi Yamada).
Eppure il cocktail non è una novità assoluta per i consumatori d’oltreoceano: già nel film “Mi presenti i tuoi?” (Usa 2004, regia di Jay Roach) si poteva vedere l’attore Dustin Hoffman offrire a Robert De Niro, padre della futura nuora, uno spritz Aperol, al posto delle più classiche bevande americane.
Le origini dello spritz si confondono con quelle dell’Italia unita, quando i soldati austriaci di stanza in Veneto presero l’abitudine di aggiungere dell’acqua, o del seltz, ai vini locali, per stemperarne l’elevata gradazione alcolica. Tra le prove più evidenti della paternità “straniera” del cocktail, c’è la somiglianza del nome con il verbo tedesco “spritzen”, letteralmente “spruzzare”.
Dall’originaria miscela di vino e acqua, tuttavia, si passò ben presto alla più fortunata combinazione con l’Aperol, invenzione di Giuseppe Barbieri, titolare dell’omonima distilleria a Bassano del Grappa, oggi controllata dal Gruppo Campari. L’Aperol, presentato alla fiera campionaria di Padova nel 1919, si candida ad essere l’ingrediente principale dello spritz negli happy hour di tutto il mondo, dopo la scelta dei giurati dell’International Bartenders Association.
Per anni confinato alle regioni del Nord Est (Veneto e Trentino su tutte), lo spritz Aperol ha conosciuto una insperata diffusione nel resto d’Italia: semplice da preparare, fresco, di gradazione alcoolica modesta, sta facendo la fortuna del Gruppo Campari, il cui chief marketing officier, Andrea Conzonato, lo ha curiosamente definito un’“onda arancione”, in diffusione rapida verso i mercati esteri, tra cui Germania, Austria e Svizzera.
 Una riprova del fatto che lo spritz, nonostante le generiche denominazioni dell’Iba, non sia più soltanto “veneziano”, è arrivata dal concorso “2night awards 2011”, che ha raccolto nel corso dei mesi 1.450.000 voti; una parte di questi è servita a decretare il vincitore nella categoria Aperol Spritz Bar che ha premiato il “B:free” di Milano come miglior spritz bar d’Italia.
Il locale è noto per i suoi originalissimi happy hour come il b:japanese aperitivo sushi: una consumazione, più un piatto di sushi misto composto da 1 sashimi, 2 nighiri, 3 uramaki, 4 hosomaki, edamame, goma wakame (insalata di alghe marinate), riso bianco, ad un prezzo equivalente a pizza e birra.

Jacopo Franchi
Condividi