Già un anno dopo l’apertura lo Stuzzichino propone anche qualche piatto della tradizione, come spaghetti aglio, olio e peperoncino o pasta e patate e provolone del Monaco.
“Papà, noi non siamo una rosticceria ma un’osteria” Mimmo ricorda di aver fatto questa osservazione a suo padre, il quale gli ha dovuto dare ragione. “D’altronde questa vocazione la tenevamo dentro, c’erano anche le condizioni, avendo mio padre e mia madre lavorato nella ristorazione fino a poco prima di avviare questa attività”.
Trascorsi sette, otto anni le motivazioni si sono fatte più forti, e a rincararle è stato un episodio. “Era un pomeriggio di maggio - racconta Mimmo – e stavo transitando col mio vespino davanti alla chiesa di Santa Maria delle Grazie a Sant’Agata quando ho incrociato Gianni Agnelli, che stava passeggiando con Luca Cordero di Montezemolo. Mi sono fermato e gli ho chiesto se potevo fare una foto insieme a loro. In tutta risposta mi hanno chiesto di un’osteria dove poter mangiare. Erano le cinque del pomeriggio. Li ho invitati allo Stuzzichino. Quando siamo entrati mia madre, intenta a pulire l’aglio, non li ha riconosciuti e rivolgendosi a me ha domandato ‘chi entra a quest’ora?’ E io ‘mamma non vedi che è l’avvocato Agnelli?’. Lui, sentendo tutto, è intervenuto dicendo ‘signora scusi l’orario, siamo noi maleducati a entrare adesso: ci adeguiamo a quello che voi state per cucinare, se ci tenete come vostri ospiti’. Ricordo nitidamente che hanno mangiato un paio di cose: la mozzarella in carrozza e gli spaghetti aglio, olio e peperoncino, poi sono scesi a Marina del Cantone dove hanno si sono imbarcati per Capri. Il bello è che la settimana successiva Gianni Agnelli in persona mi ha chiamato da Monza dicendo di aver mangiato un divino spaghetto poi mi ha passato il suo cuoco perché gli venisse spiegato come preparare la mozzarella in carrozza: ci ha pensato mio padre a spiegarglielo”.
Da quel momento si fece strada la consapevolezza che la loro era una tradizione pura da mettere in risalto sviluppando un’osteria tradizionale, a partire da un’accurata ricerca di materie prime e di prodotti del territorio, che nel tempo si è estesa sempre più. Ma com’è che Mimmo ha cercato i suoi fornitori? Muovendosi fra le conoscenze del posto, in particolare gli anziani che hanno fatto la storia, ha individuato via via piccoli artigiani, contadini, pescatori. E parlando con i suoi fornitori abituali sono nate e continuano a nascere altre segnalazioni interessantissime di produttori locali magari dimenticati o accantonati, con cui volentieri inizia a lavorare, sostenendo la loro attività e aiutandoli a crescere, dove possibile.