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Locanda alla mano, il ristoro neosocial di Parco Sempione

25/07/2013

Locanda alla mano, il ristoro neosocial di Parco Sempione
Da qualche giorno a Milano, all'interno del Parco Sempione, dietro il Castello Sforzesco, è apparsa una struttura, bella, prevalentemente in legno con inserti in acciaio rosa e due buffi camini che vanno su e giù ed una grossa mano quale simbolo. É un punto di ristoro, temporaneo, chiuderà a fine settembre e si chiama appunto “Locanda alla mano”.

L'originale struttura, disegnata da Italo Rota è “il sogno realizzato di una combriccola di ragazzi affetti da sindrome di down”: sono le parole di Fabio Bocchiola, presidente della cooperativa Contè che ha raccolto il loro appello trasformando il sogno in realtà. L'insoddisfazione per un lavoro noioso è stata la molla per ideare un progetto autonomo, per creare le condizioni per svolgere un mestiere più gratificante e che al tempo stesso fosse uno strumento per nuovi rapporti sociali. Cosa meglio di un bar, luogo simbolo di aggregazione e scambio, punto nevralgico per fare socialità, quella vera di persona.

Determinante il contributo del Comune di Milano, Assessorato alla Politiche Sociali: un esperienza”, ha dichiarato l'Assessore  Pierfrancesco Majorino ottimo esempio di come, attraverso il lavoro, si possano valorizzare le persone con disabilità, contribuendo a promuovere inclusione e dignità”.

Vi lavoreranno otto ragazzi con disabilità inseriti in un progetto di formazione e di integrazione lavorativa. Partner dell’iniziativa l’AGPD-Associazione genitori e persone con sindrome di down. All'entusiasmo dei protagonisti si unisce il gradimento di chi ogni giorno frequenta il parco: “il piacere di una pausa che rinfranca il corpo, ma anche lo spirito”.

Oltre al Comune, hanno sostenuto l'iniziativa Expo2015, Repower e IlTramezzino.it. Vorrebbe esser un segnale, la volontà di lavorare, rendersi utili e autonomi, cosa che non finirà con la chiusura di fine estate, pertanto chi vuole contribuire offrendo altre opportunità, si faccia avanti.

 

Aldo Palaoro
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