Non si passa per caso da Pisciotta. Le strade non invogliano, il porto è piccino. Eppure, il Cilento più autentico non può che risiedere qui, in questi luoghi che vanno scelti e che ricambiano generosamente l’impegno. Vito Puglia non è un nome sconosciuto, almeno a chi ha seguito le vicissitudini della storia di Slow Food.
Poco più di duemila abitanti si dividono tra la Marina e il paese in alto. L’Osteria Perbacco si nasconde tra gli ulivi millenari di varietà Pisciottana che digradano verso la collina, piedi nella terra e sguardo fisso in mare.
“Ho avuto una famiglia appassionata di vino e di cibo. Mio padre, purtroppo scomparso prematuramente, mi ha lasciato ben 5 mila bottiglie e questa proprietà, in cui era importante realizzare qualcosa”.
Napoletano, con una nonna di Alba e una di Cirò, a Pisciotta lo legano radici antiche. In prima battuta fu un circolo culturale nato nel 1987, divenuto il numero 9 aderente ad Arcigola. È così che, in poco tempo, Vito Puglia divenne fiduciario della provincia di Salerno e poi vicepresidente nazionale Slow Food.
Man mano si è affiancata la cucina e - dal 2004 - l’Enoteca Osteria Perbacco è diventata ciò che è ora: un presidio gastronomico territoriale. Come se non bastasse, nella struttura in cui insisteva un antico frantoio in pietra, sono nate delle camere per completare l’ospitalità.