Nel corso dell’Ottocento l’azienda divenne la più importante distilleria di Zara, presente con il suo liquore sui principali mercati dell’epoca. Tanto che, complice l’accorta politica economica di Michelangelo Luxardo, terza generazione, nel 1913 venne costruito un moderno stabilimento, tra i più grandi nell’Impero Austro-Ungarico. L’espansione continuò in tutto il ventennio successivo alla Prima Guerra Mondiale, fino ad arrestarsi bruscamente nel 1940 con lo scoppio della Seconda. Alle restrizioni conosciute dall’attività industriale si aggiunse nel 1943 la quasi totale distruzione dello stabilimento a opera dei bombardamenti anglo-americani. Nel 1944, poi, durante la ritirata delle truppe italiane e tedesche dalla Dalmazia, Zara venne occupata dai partigiani comunisti di Tito e gli abitanti obbligati a partire esuli verso la Penisola. Molti andarono incontro a una tragica fine, come Pietro Luxardo e il fratello Nicolò con la moglie Bianca, annegati in mare. Con la famiglia dispersa e lo stabilimento confiscato e semidistrutto, l’attività della Luxardo sembrava essere giunta alla fine.Ma questa, lo abbiamo detto, è una storia di coraggio, intraprendenza e nuovi inizi. Con una lungimirante visione imprenditoriale, Giorgio Luxardo, l’unico dei fratelli superstiti, ebbe l’audacia di ripartire da zero. Assieme al giovane Nicolò III scelse espressamente il 10 febbraio 1947, giorno del Trattato di Pace di Parigi, con cui la sua città natale veniva ceduta alla Jugoslavia, per inaugurare lo stabilimento di Torreglia, in provincia di Padova.