Luxardo nasce nel 1821 a Zara, sulle coste della Dalmazia, e rimane italiana trasferendosi, nel secondo dopoguerra a Torreglia, sui Colli Euganei. La lunga
storia di quest’azienda, rimasta sempre a conduzione familiare, è uno dei tanti esempi di come l’economia reale e il tessuto sociale dell’Italia resiste e si espande sui mercati internazionali dove il made in Italy è apprezzato proprio per le peculiarità e le diverse identità di ogni prodotto e di ogni produttore.
A Matteo Luxardo, responsabile export della sesta generazione alla guida dell’azienda, abbiamo chiesto dove risiede il segreto di mantenere un successo e un posizionamento come il loro?
“La famiglia Luxardo è il successo, sono passati quasi 200 anni dalla fondazione dell’azienda che è passata da padre in figlio, l’azienda e la famiglia sono passate per mille vicissitudini, 2 guerre mondiali, l’esilio con la perdita di tutti i beni e poi la rinascita. Tutte questi avvenimenti hanno unito la famiglia e resa più orgogliosa della propria eredità di produttori di liquori di alta gamma, portandola a garantire ai propri clienti un elevato standard qualitativo apprezzato in tutto il mondo”.
Quanto conta la dimensione e conduzione familiare in un’azienda, verso il mercato italiano e verso quello internazionale?
“Sempre più clienti si avvicinano alla Luxardo perché vedono in noi la perfetta controparte con valori umani e solidi principi che le grandi multinazionali no hanno. Un’azienda con una storia alle spalle che guarda al passato per imparare ma proiettata verso il futuro, capace di fornire loro un servizio cucito su misura fornendo una vasta gamma di prodotti, dai liquori classici italiani alle bagne per pasticceria, dagli sciroppi di frutta alle marmellate fatte in casa. Al’’estero più che in Italia la componente storica affascina e rende ancora più esclusivo il rapporto tra la ditta e il cliente. Una cosa indispensabile e che ci caratterizza come azienda seria e dedicata è la costante presenza dei membri della famiglia nei vari mercati di interesse, mostrando interesse non solo verso i nostri importatori/distributori ma anche verso i loro clienti”.
Nel cambiamento di gusti e consumi avete apportato modifiche alle vostre ricette? E quanto pesa la segretezza di alcune di queste per mantenere l’identità?
“Nell’arco dei quasi 200 anni sono stati creati molti prodotti, alcuni di questi non sono più in portfolio ma quelli che sono rimasti non hanno subito modifiche di ricetta e produzione, ovviamente oggi giorno l’azienda si è evoluta e modernizzata ma per alcuni prodotti storici come il Maraschino e il Sangue Morlacco (liquore di ciliegia Marasca) i metodi di produzione sono rimasti invariati da secoli. Ogni azienda ha i suoi ingredienti segreti che la differenziano dalle altre, questi ingredienti sono il sigillo qualitativo di ogni azienda e noi come le altre ne custodiamo il segreto”.
Quando avete iniziato ad approcciare ai mercati esteri?
“L’azienda sin da subito si è dedicata all’esportazione dei suoi prodotti arrivando sino in America e in Asia sin dalla fine dell’800, la nostra grande fortuna di oggi è stato il lavoro fatto dalle precedenti generazioni che hanno sempre visto l’export come punto di forza, grazie a questa visione il Maraschino Luxardo è entrato nella storia della cockteleria come ingrediente base del primo cocktail al mondo, il Martinez. Già nel 1860 il Maraschino Luxardo viene menzionato nel primo libro sui cocktail scritto da Jerry Thomas, nel corso degli anni il prodotto venne utilizzato come ingrediente in cocktails oggi considerati classici e intramontabili come Aviation (creato nel 1916), The last word (creato nel 1920), L’ Hemingway special (creato a cuba presso El Floridita per Hemingwai) e molti altri. Oggi giorno sono tornati in Auge i cocktail classici quindi Luxardo essendo parte degli ingredienti di questi è ricercato dai migliori barman del mondo”.
Ci sono differenze tra i vari mercati internazionali in termini di gusto, di packaging, di consumi? Mi può indicare qualche esempio?
“Luxardo vende in più di 70 paesi nel mondo e produrre liquori con ricette o packaging diversi per ogni paese sarebbe impossibile e costosissimo. Fortunatamente il made in Italy è sinonimo di qualità non solo per il food ma anche per i liquori, questo ci semplifica di molto il lavoro e ci permette di promuovere le nostre specialità anche in quei paesi dove la cucina e il bere differiscono molto dal nostro. I prodotti che vanno per la maggiore sono quelli considerati tipici italiani quali Sambuca, Amaretto e Limoncello e liquori alle erbe. Ormai la globalizzazione è arrivata ovunque, c’è sempre più richiesta di prodotti tipici e quelli italiani vanno per la maggiore”.
Questo anche grazie a due fattori fortemente integrati tra di loro: i migliori barman all’estero sono molto spesso italiani e il motivo del loro successo deriva da un palato più fine, dovuto ad una cultura enogastronomica connotata dal mangiar sano. Questo li porta a selezionare, in modo naturale, materie prime di qualità su cui l’Italia deve continuare a puntare, come fa dal 1821 la Luxardo.
Luigi Franchi