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Made in Italy nel mondo

20/04/2021

Made in Italy nel mondo

L’Istituto alberghiero Datini di Prato capofila di un riuscito progetto e non solo

 “Che i ragazzi abbiano tutte le condizioni e gli strumenti possibili in linea con le esigenze della realtà produttiva e sociale che cambia”. Un onere non indifferente quello di cui si è caricato il dirigente Daniele Santagati dal momento che non basta volere ma bisogna sapere reperire le risorse e aver chiaro dove incanalarle, partendo dalla stessa base – sempre più risicata - di cui dispongono tutte le scuole.
Basta varcare il cancello dell’Istituto Francesco Datini di Prato per capire, senza bisogno di ciceroni, che c’è pensiero e cura accanto a un plesso scolastico che diversamente risulterebbe spersonalizzato, come tanti.
Parlano i ridenti e solidi gazebo disseminati nel giardino, dove, come ci spiegheranno, fanno anche lezioni all’aperto all’occorrenza. Un plesso ben articolato, dotato di ampi spazi e allestito con quel che ci vuole, a partire dai laboratori di cucina – tre, di cui uno per celiaci - che sembrano cucine di ristoranti tanto sono attrezzati; un laboratorio sensoriale all’avanguardia, di quelli da alta formazione, con 24 postazioni, per degustare vini, oli, tè e tisane (aperto anche a eventi esterni).  E poi un grande auditorium tecnologico che si collega con tutte le classi dell’istituto tramite schermi interattivi, e quel dehor didattico con pareti trasparenti removibili – ultimo nato – collegato ai laboratori da una passerella coperta, di utilizzo versatile ma ora allestito a sala ristorante per imparare a servire in spazi esterni, prendendo ordinazioni con tablet, proprio come sempre più accade nei ristoranti e nei bar, a cui la pandemia ha imposto ripensamenti. Non ultimi, sempre per via del collegamento al qui e ora, tunnel sanificanti, apposti nell’area di accesso ai laboratori didattici di cucina e sala bar, attraverso cui i ragazzi transitano prima di entrare ‘in servizio’.   
Daniele Santagati è uomo estremamente pragmatico, con la testa nel mondo reale, a cui si tiene saldamente ancorato. Crede fortemente nella forza del lavorare insieme, e negli anni ha costruito tante relazioni che ha saputo mettere a rete, ma ha anche aderito a reti, convinto che la forza stia qui: “da soli si può ben poco” lo dice chiaramente. E i fatti gli stanno dando ragione.

Ingresso dellIngresso dell'Istituto Datini di Prato

L’idea di scuola del dirigente
Quando è arrivato al Datini, nel 2012, ha ceduto ad altre scuole del territorio i diversi indirizzi professionali in essere, puntando a creare un polo agroalimentare, con l’apertura, accanto al già esistente alberghiero, anche dell’agrario, che avrebbe - fra l’altro – rifornito dei propri prodotti l’alberghiero, tramite una filiera cortissima.
La sua idea di scuola parte dal pensiero che “tutti debbano avere opportunità purché studino. Chi studia ha accesso a tutto ciò che la scuola riesce a mettere a disposizione”.
E questo significa, a parte il beneficiare di una struttura attrezzata e al passo con i tempi, che gli studenti devono avere la possibilità di fare esperienze diverse rispetto a quanto una scuola normalmente offre! “Bisogna dargli qualcosa in più. Si tratta di motivarli. E di premiare i migliori. Che si capisca che bisogna studiare per raggiungere l’ecccellenza” ci tiene a precisare il dirigente.

Il plesso scolastico del DatiniIl plesso scolastico del Datini

Made in Italy
È l’autunno del 2015 quando il MIUR (Ministero dell’Istruzione) emana un bando denominato ‘Made in Italy’, rivolto alle istituzioni scolastiche riunite in rete, che si facciano portatrici di idee innovative sul made in Italy presso Paesi esteri. Santagati leggendo quel bando rammenta quanto ha appreso fino a quel momento, grazie all’opportunità di partecipare nel corso degli anni a iniziative di formazione all’estero, e si attiva per creare una rete tra scuole con altri due istituti oltre il proprio: un alberghiero, l’istituto Aldo Moro di Santa Cesarea con il suo dirigente Paolo Aprile e un turistico, l’istituto Levi Montalcini di Acqui Terme con il suo dirigente Claudio Bruzzone. Viene poi coinvolto anche un consorzio di formazione (CONFAO) e l’università di Hanoi (Vietnam), conosciuti dai dirigenti a vario titolo in quegli anni. Prende forma il progetto ‘Sulla via dell’Oriente’ che, presentato, supera brillantemente la selezione e viene finanziato, per cui quattro studenti, due docenti, il dirigente di ogni scuola e il presidente CONFAO partono in missione in Vietnam. Qui partecipano a incontri con personalità vietnamite, individuate da Università di Hanoi e Ambasciata d’Italia, al termine dei quali gli studenti preparano buffet, pranzi o cene con menù tipicamente italiani. Visitano due scuole vietnamite, assistendo alla preparazione di un menù locale.
Questa è solo la prima delle occasioni che nel corso degli anni si presentano ai ragazzi di una rete che da tre è passata a 21 scuole (ogni regione è rappresentata).
Al Vietnam seguono Hong Kong e Thailandia, Malesia e Singapore, Guangzhou, Giappone, Uzbekistan e poi Canada, Washington e Miami, Brasile, Mexico City, Martinica ed Etiopia. E sempre il criterio che ciascuna scuola adotta è quello di premiare le competenze scolastiche e linguistiche, quindi chi si è distinto nel profitto, ma anche nel comportamento.
Con il tempo la rete, rappresentata dai tre dirigenti Santagati di Prato, Paolo Aprile dell’istituto Aldo Moro di Santa Cesarea Terme e Cristina Tonelli dell’IPSSAR Tor Carbone di Roma, arriva a interfacciarsi con il Ministero degli Esteri portando in dote agli studenti la possibilità di essere Ambasciatori della Cucina Italiana nella settimana della Cucina Italiana nel mondo, e quindi di poter prendere parte ad altre missioni (Hanoi, Bangkok, Tokyo, Samarcanda, Vancouver, Adis Abeba...).

Da sinistra: Daniele Santagati e Paolo Aprile Da sinistra: Daniele Santagati e Paolo Aprile


Che effetto sortisce sugli studenti il poter vivere simili esperienze?
Lo chiediamo direttamente a  quattro ragazze, Alessandra Alterini, Sara Bandinelli, Irene Anatrini, Arianna Bini che frequentano il quinto anno - indirizzo pasticceria e arte bianca - e hanno preso parte a questi viaggi, chi in Brasile, chi in Uzbekistan. “Giorni indimenticabili! Chissà quando ci capiterà ancora di fare simili esperienze, utili per capire anche cose nuove” è il pensiero unanime. Mature e davvero motivate, ci piacciono per la convinzione circa la strada che hanno intrapreso.  Sul tipo di scuola che stanno frequentando hanno le idee chiare “ è qualcosa di talmente specifico che va scelto perché si sa bene cosa fare, se non si hanno le idee chiare meglio qualcosa di più generico”.
Il 2020 segna un altro punto importante per la Rete Progetto Made in Italy con l’ottenimento di un finanziamento comunitario, finalizzato all’internazionalizzazione, per il progetto Erasmus K1 VET ‘Made in Italy Ambassadors’, grazie al quale 120 studenti e 20 docenti delle scuole aderenti alla rete si recheranno in varie città europee per periodi da 15 a 90 giorni.
È freschissima la notizia, tant’è che ne veniamo a conoscenza mentre stiamo scrivendo, che questo finanziamento verrà garantito anche per i prossimi sette anni, dando così la possibilità di vivere significative esperienze in Europa a più di 800 studenti.
Tutto questo parla certamente di una rete forte che ha saputo negli anni guadagnare credibilità e non ha perso tempo, perché superando gli egocentrismi le occasioni ci sono eccome!
Le gigantografie e lo spot pubblicitario
Mentre ci mostra gigantografie sulle vetrate e pannelli fotografici disseminati in tutte le pareti degli spazi comuni della scuola, che ritraggono gli studenti nei più disparati luoghi, il dirigente spiega il suo metodo “Io rendo tutto molto vistoso. Il vedere una foto di un ragazzino con la Casa Bianca alle spalle fa chiedere agli altri studenti com’è che sia riuscito ad andarci! Questo crea una sorta di gara di emulazione nei ragazzi”.
Ma torniamo alla rete, concetto più abusato che praticato in questi anni, per soffermarci su una nuova rete che gli istituti alberghieri toscani hanno costituito (RIAT) e inaugurato con il lancio di uno spot televisivo, in onda sulle principali emittenti del territorio, per promuovere la sinergia e la voglia di ripartire degli istituti alberghieri toscani.
Uno spot che va visto per capire la potenza comunicativa che si può sprigionare dal mondo scuola quando fa sul serio. “Uniti nei valori dell’ospitalità e dell’enogastronomia, torneremo a viaggiare e a gustare prodotti tipici. Gli studenti degli istituti alberghieri si stanno preparando per la ripartenza con dedizione, passione e professionalità.  I nuovi professionisti del futuro stanno crescendo e aspettano anche te. Scegli una scuola al passo con i tempi, una scuola dove la tradizione è proiettata nel futuro” recita lo spot.
Noi dobbiamo fare in modo che la scuola aiuti lo sviluppo del territorio. Non dobbiamo pensare solo a Prato ma a tutta la Toscana (veramente dovremmo pensare all’Italia come fa la Francia)” così esplicita il suo pensiero Santagati.
La Toscana, un territorio  che gli studenti imparano a conoscere bene,  grazie anche alle azioni dell’associazione provinciale cuochi di Prato e all’Unione Regionale Cuochi Toscani - che ha nella scuola un suo rappresentante - il prof. Gaetano Ingianna (docente di cucina) - e che ogni anno organizza un importante concorso ‘Il miglior allievo della Toscana’, che prevede una selezione provinciale, regionale a nazionale ad opera di FIC, e fa leva sulla conoscenza dei prodotti toscani, inseriti nel paniere delle gare. Fra i premi lezioni gratuite di approfondimento sui prodotti tenute nelle aule magne delle scuole vincitrici, perché ne beneficino tutti gli studenti.

Da sinistra: <strong>Alessandra Alterini, Sara Bandinelli, Irene Anatrini, Arianna Bini</strong> Da sinistra: Alessandra Alterini, Sara Bandinelli, Irene Anatrini, Arianna Bini

Chiudiamo con un’immagine poetica e al tempo stesso eloquente.
Transitando dalla grande sala dove i ragazzi sono intenti a predisporre l’apparecchiata di tavole rotonde, lo sguardo cade sui centrotavola lievi, delicati che hanno preparato: un tuffo al cuore calarsi con lo sguardo in quei cilindri di vetro, raggruppati a tre per tre al centro della tavola, dove galleggiano petali di fiori di pesco o fiori di rosmarino, o svetta un piccolo ramo di fiori di ciliegio piuttosto che di rosmarino fiorito.
È naturale che volgiamo lo sguardo al prof di sala , Alfredo Nespoli, capace di trasmettere attualità ai suoi ragazzi e di insegnare loro ad emozionare. 
Cerco di fargli capire che la semplicità è sinonimo di eleganza” ci dice e, aggiungiamo noi, di molte altre cose, che in questa scuola abbiamo toccato con mano!
www.datiniprato.edu.it
Simona Vitali

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