Cerca

Premi INVIO per cercare o ESC per uscire

Mangiare a tu per tu con l’arte, la bellezza, la cultura (Seconda Parte)

24/11/2022

Mangiare a tu per tu con l’arte, la bellezza, la cultura (Seconda Parte)

Luigi Taglienti a Piacenza, un nuovo progetto

Se si vuole cogliere il valore dall’incontro tra arte, cultura e ristorazione, non si può non interpellare Luigi Taglienti, dalla scorsa estate dedito ad un nuovo ambizioso progetto a Piacenza. IO, questo il nome del ristorante, nasce dal recupero della falegnameria annessa alla chiesa sconsacrata di Sant’Agostino, luogo molto sentito dai piacentini, che si allunga, nel periodo estivo, anche su un affascinante cortile. È un posto dal patrimonio storico notevole, unico per atmosfera e architettura, che si incrocia ulteriormente all’arte grazie a Volumnia, l’esposizione dedicata al design storico italiano diretta e curata da Enrica De Micheli.

Luigi TaglientiLuigi Taglienti

“Il ristorante, Volumnia e il luogo in cui ci troviamo viaggiano su piani autonomi ma paralleli, legandosi in molte affinità. La prima riguarda la ricerca: da un lato Enrica con i suoi straordinari pezzi di design storico, dall’altro il nostro progetto di ristorazione che si basa sull’interpretazione della cucina italiana, attualizzandola attraverso una visione personale. Il tutto in un contesto di bellezza assoluta, che riempie gli occhi di chi gli fa visita e di chi ci lavora” spiega Taglienti.

Mangiare a tu per tu con l’arte, la bellezza, la cultura (Seconda Parte)

Ci tiene, dunque, ad approfondire la particolarità del rapporto arte-cucina. 

“Arte e cucina unendosi danno vita ad un nuovo format di accoglienza e ristorazione. Penso che in realtà si tratti di una genesi spontanea: è difficile che se si parla di bellezza e cultura non si voglia allungare il passo sulla cucina. Così come la cucina ha netti rimandi all’arte, alla bellezza”.

Mangiare a tu per tu con l’arte, la bellezza, la cultura (Seconda Parte)

Dopo aver visitato la mostra è spontaneo che molti decidano di fermarsi a pranzo o a cena; o, viceversa, che si decida di visitare la mostra dopo aver apprezzato la cucina di Taglienti. La proposta gastronomica, un po’ come lo sono le esposizioni artistiche, conferisce totale libertà all’ospite: si può scegliere da un menu a la carta oppure affidarsi al menu degustazione. L’italianità, però, è il centro.

“Abbiamo pensato a una cucina italiana più schietta, non banale, che racconti il mio percorso professionale attraverso la mia interpretazione, ma rimanga comunque sia, di facile lettura per l’ospite che si siede alla nostra tavola. La démarche è di rendere attuale la memoria gustativa e il patrimonio gastronomico italiano. Credo fortemente che proporre in carta una lasagna o un filetto alla salsa Rossini sia per un cuoco un banco di prova notevole. Questa sin dall’inizio ci è sembrata la strada giusta per entrare in sintonia con la meraviglia che ci circonda. Nella semplicità… la bellezza”.



Leggi la Prima Parte, sul ristorante Myo a Prato

a cura di

Giulia Zampieri

Giornalista, di origini padovane ma di radici mai definite, fa parte del team di sala&cucina sin dalle prime battute. Ama scrivere di territori e persone, oltre che di cucina e vini. Si dedica alle discipline digitali, al viaggio e collabora con alcune guide di settore.
Condividi