Dopo aver visitato la mostra è spontaneo che molti decidano di fermarsi a pranzo o a cena; o, viceversa, che si decida di visitare la mostra dopo aver apprezzato la cucina di Taglienti. La proposta gastronomica, un po’ come lo sono le esposizioni artistiche, conferisce totale libertà all’ospite: si può scegliere da un menu a la carta oppure affidarsi al menu degustazione. L’italianità, però, è il centro.
“Abbiamo pensato a una cucina italiana più schietta, non banale, che racconti il mio percorso professionale attraverso la mia interpretazione, ma rimanga comunque sia, di facile lettura per l’ospite che si siede alla nostra tavola. La démarche è di rendere attuale la memoria gustativa e il patrimonio gastronomico italiano. Credo fortemente che proporre in carta una lasagna o un filetto alla salsa Rossini sia per un cuoco un banco di prova notevole. Questa sin dall’inizio ci è sembrata la strada giusta per entrare in sintonia con la meraviglia che ci circonda. Nella semplicità… la bellezza”.
Leggi la Prima Parte, sul ristorante Myo a Prato