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Mangiare a tu per tu con l’arte, la bellezza, la cultura

24/11/2022

Mangiare a tu per tu con l’arte, la bellezza, la cultura

Mettere in sinergia l’arte, la bellezza, la cultura e la scienza, con il cibo e l’accoglienza, è un’impresa che vale molto. Ma è anche una sorta di flusso spontaneo da cui consegue un linguaggio armonico, speciale, coinvolgente, che però richiede un’elevata comprensibilità.

È inevitabile, tirate fuori queste parole, che tornino alla mente i pensieri del Maestro Gualtiero Marchesi. Ne La mia via, la tesi presentata in occasione della Laurea Honoris causa in Scienze Gastronomiche, conseguita nel 2012 all’Università di Parma, scriveva:

 

“Nella cucina e nella gastronomia la bellezza dev’essere buona e l’interpretazione non deve distruggere, ma valorizzare la materia. Mai come oggi bisogna ridare alle cose il gusto che hanno pur accogliendo la cucina e la gastronomia nelle quali vige la pratica dell’artefare il naturale non tanto nel senso di produrre ciò che non vi è in natura, ma in quello di “fare arte”. La cucina e la gastronomia cosa sono se non arte, nel senso più ampio, profondo e vero del termine? Arte è sinonimo di bellezza”.

 

Dopo aver parlato con alcuni ristoratori impegnati in in questo particolarissimo intreccio tra arte, cultura e cucina mi rendo conto che i loro progetti denotano le stesse analogie raccontate da Marchesi: la ricerca di semplicità, il valore della bellezza, la fruibilità dell’arte e della cucina. Li vediamo insieme.

Angiolo Barni e Elena PaciAngiolo Barni e Elena Paci

Elena Paci e Angiolo Barni al Centro Pecci

Il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato è un luogo che meriterebbe molta più fama. Si tratta di una struttura particolarissima, che ricorda un’astronave, composta da due parti: una progettata negli anni Ottanta dall’architetto Italo Gamberini, l’altra ideata dallo studio Maurice Nio / NIO architecten di Rotterdam. È un centro polifunzionale che ospita attività di raccolta e valorizzazione di opere contemporanee e i cui spazi possono anche essere affittati per altri eventi o esposizioni. La ristrutturazione si è conclusa nel 2016 e, in concomitanza, Elena Paci e Angiolo Barni, compagni anche nella vita privata, hanno aperto al suo interno, in un’ala dedicata, il ristorante gastronomico Myo.

Mangiare a tu per tu con l’arte, la bellezza, la cultura

“È un nome che hanno fortemente voluto i nostri figli. Myo, nella cultura orientale, esprime un concetto di meraviglia e di vita. Come l’arte. Noi non siamo qui per caso: l’arte ci ha sempre colpiti, attratti, e svolgere il nostro lavoro a contatto con l’arte è bello e stimolante” ci racconta Elena Paci che in Myo è responsabile di sala, sommelier e si occupa di tutta la parte gestionale. Ne abbiamo approfittato, a questo punto, per chiederle cosa significhi per lei l’arte.

Mangiare a tu per tu con l’arte, la bellezza, la cultura

“Bellezza prima di tutto. L’arte è bellezza. Poi direi che è un modo per rispecchiarsi, o ritrovarsi. L’arte può essere anche un elemento di aiuto. È uno spazio di sogni”. 

Il legame con l’espressione artistica diventa, al Myo, non solo ideale, anche materico. Da quando hanno aperto, infatti, il menu riporta alcune opere per rimarcare la connessione con il luogo ospitante. In quanto alla cucina, sono due le possibili strade gastronomiche, cioè a la carta o a degustazione, ma unica è l’idea di fondo: dare al cliente piatti comprensibili, che si rifanno alla tradizione ma trasferiscono anche un pensiero personale. Angiolo utilizza materie prime locali, molte coltivate in regime biologico o biodinamico nell’orto di proprietà, e crede nella regola del ‘senza eccessi’. 

Mangiare a tu per tu con l’arte, la bellezza, la cultura

“Nessun eccesso, mentre la sinergia con il contesto è fondamentale” sottolinea Elena, aggiungendo: “Il Centro Pecci può crescere molto, diventare sempre più meta anche per il pubblico straniero. Ci auguriamo che ci sia una crescita costante di visitatori e che anche il Myo con la sua proposta possa dare il suo contributo”.

a cura di

Giulia Zampieri

Giornalista, di origini padovane ma di radici mai definite, fa parte del team di sala&cucina sin dalle prime battute. Ama scrivere di territori e persone, oltre che di cucina e vini. Si dedica alle discipline digitali, al viaggio e collabora con alcune guide di settore.
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