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Mango Cult

14/02/2024

Mango Cult

Durante la rivoluzione culturale di Mao Zedong, la Cina visse una singolare ossessione, che oggi viene ricordata come Mango Cult.
Nel maggio del 1966 il partito comunista, desideroso di rimodellare la società epurandola dagli elementi borghesi, istituì le Guardie Rosse, un gruppo paramilitare di studenti, incitandoli a ribellarsi alle autorità ritenute reazionarie. Due anni dopo, a causa di queste ribellioni, il paese era sommerso dagli scontri: gli studenti agivano al di sopra della legge, saccheggiando e razziando case e luoghi sacri, bruciando libri per le strade. Dopo anni di caos, Mao decise di ritirare il suo sostegno e, con l'intenzione di sedare gli scontri, inviò trentamila operai all'Università Qingua di Pechino. Con l'aiuto delle truppe di liberazione del popolo, gli uomini riuscirono a reprimere la furia delle Guardie Rosse, e Mao li ringraziò per il loro servizio donando loro una cassa di 40 manghi, ricevuti in dono il giorno precedente dal ministro degli esteri del Pakistan, in visita ufficiale.

Mango Cult

A quel tempo, molti in Cina meridionale non sapevano cosa fosse un mango, si racconta che gli operai increduli rimasero svegli tutta la notte ad ammirarli, annusarli e accarezzarli, chiedendosi se fossero dei frutti magici. Alcuni di questi frutti vennero messi sotto formaldeide per essere conservati, altri, per lo stesso motivo, vennero rivestiti con della cera e posti sotto teche di cristallo. In generale tutti trattarono i frutti come delle vere e proprie reliquie. Quando uno dei manghi originali iniziava a marcire, veniva sbucciato e fatto bollire per ricavarne un brodo considerato sacro, di cui ogni operaio doveva ricevere un sorso. Erano semplici frutti, ma agli occhi degli operai incarnavano la figura stessa del leader comunista. Col tempo si diffuse anche del merchandising legato al culto del frutto, ogni oggetto doveva ritrarre un mango, dalle lenzuola alle tende, passando per il vasellame da cucina. 

Chi esprimeva i propri dubbi relativi a questa strana ossessione veniva severamente punito, come accadde ad un dentista del villaggio di Fulin che, per nulla impressionato, paragonò i frutti a delle patate dolci: fu definito un blasfemo, arrestato come controrivoluzionario, processato e dopo mesi di torture e vessazioni giustiziato pubblicamente. 

Mango Cult

La febbre del mango durò per 18 lunghi mesi, passati i quali si esaurì in maniera piuttosto spontanea. Nel 1974, la presidente delle Filippine, Imelda Marcos, durante una visita a Pechino, portò in dono una cassa di manghi, il frutto nazionale della sua terra. La moglie di Mao, Jiang Qing, sfruttò l'occasione per cercare di replicare l'entusiasmo precedente, inviando i manghi ai lavoratori. Questi ultimi organizzarono una cerimonia di ringraziamento, ma oramai gli animi si erano calmati e i nuovi frutti non ottennero il grande successo dei precedenti. Mao morì il 9 settembre del 1976, e il suo corpo venne imbalsamato e conservato nel mausoleo costruito in suo onore nella piazza Tiananmen di Pechino. Ironia della sorte, come i manghi che regalò agli operai, la sua salma fu avvolta nella cera e posta all'interno di una teca di cristallo, ora visitata da milioni di turisti ogni anno.

a cura di

Federico Panetta

Varesotto di origine, è come una biglia nel flipper dell'enogastronomia. Dopo la formazione alberghiera lavora in cucina e si laurea in Scienze Gastronomiche presso l’Università di Parma. Oggi si occupa di comunicazione gastronomica collaborando con diverse riviste di settore.
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