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Manovra Monti: uno schiaffo e una carezza per l’Horeca

12/12/2011

Manovra Monti: uno schiaffo e una carezza per l’Horeca
Tra le principali misure fiscali della manovra Monti che dovrà portare alle casse dello Stato 30 miliardi di entrate delle quali circa 13 miliardi di tagli alle spese e più o meno 17 miliardi di tasse, vi è un provvedimento che alle orecchie delle imprese dell’Horeca suona male e uno che invece suona bene. Insomma, uno schiaffo e una carezza.
LO SCHIAFFO: un nuovo aumento del 2% dell’Iva a partire dal 1° settembre 2012, dal quale il governo punta a ricavare tra i 6 e gli 8,8 miliardi di euro all’anno, che inevitabilmente si ripercuoterà negativamente sui consumi. 
In particolare, l’aliquota ordinaria del 21% passerà al 23% e, quella agevolata del 10% passerà al 12% mentre invece resta inalterata l’aliquota del 4%.
Nel food & beverage a pagare il conto saranno soprattutto le famiglie italiane sulle quali ricadranno gli aumenti su bevande gassate, succhi di frutta e bevande analcoliche, liquori, superalcolici, aperitivi alcolici, vini e spumanti attualmente soggetti all’aliquota al 21%, mentre saranno salvi i generi alimentari di prima necessità che godono dell'aliquota Iva agevolata al 4%.
L’aliquota del 10%, che aumenterà al 12%, colpisce principalmente le somministrazioni presso i servizi di bar, ristoranti e strutture turistiche e ricadrà inevitabilmente sul consumatore che pagherà il 2% in più.
Per fare un esempio in soldoni, il prezzo di un euro che oggi il consumatore paga per un caffè comprende già un IVA del 10% che il barista incassa e paga allo stato: di un euro che il consumatore paga per un caffè, 0,91 euro sono per il caffè e 10 centesimi l’imposta IVA. Da settembre 2011, applicando ai 0,91 euro del caffè il 12% di IVA, il consumatore dovrebbe pagare il 1,02 euro, che il barista potrà assorbire oppure arrotonderà per eccesso.
LA CAREZZA: una volta che è stato reso noto il testo ufficiale della manovra varata dal governo Monti è emersa una importante novità che può fare da volano alla ripresa dell’occupazione giovanile:  le imprese che assumeranno donne e giovani sotto i 35 anni a tempo indeterminato avranno la possibilità di dedurre l’Irap dell’importo di 10.600 euro per ogni assunto. Il bonus sale a 15.200 nelle regioni del Sud.
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