Tra le principali misure fiscali della manovra Monti che dovrà portare alle casse dello Stato 30 miliardi di entrate delle quali circa 13 miliardi di tagli alle spese e più o meno 17 miliardi di tasse, vi è un provvedimento che alle orecchie delle imprese dell’Horeca suona male e uno che invece suona bene. Insomma, uno schiaffo e una carezza.
LO SCHIAFFO: un nuovo aumento del 2% dell’Iva a partire dal 1° settembre 2012, dal quale il governo punta a ricavare tra i 6 e gli 8,8 miliardi di euro all’anno, che inevitabilmente si ripercuoterà negativamente sui consumi.
In particolare, l’aliquota ordinaria del 21% passerà al 23% e, quella agevolata del 10% passerà al 12% mentre invece resta inalterata l’aliquota del 4%.
Nel food & beverage a pagare il conto saranno soprattutto le famiglie italiane sulle quali ricadranno gli aumenti su bevande gassate, succhi di frutta e bevande analcoliche, liquori, superalcolici, aperitivi alcolici, vini e spumanti attualmente soggetti all’aliquota al 21%, mentre saranno salvi i generi alimentari di prima necessità che godono dell'aliquota Iva agevolata al 4%.
L’aliquota del 10%, che aumenterà al 12%, colpisce principalmente le somministrazioni presso i servizi di bar, ristoranti e strutture turistiche e ricadrà inevitabilmente sul consumatore che pagherà il 2% in più.
Per fare un esempio in soldoni, il prezzo di un euro che oggi il consumatore paga per un caffè comprende già un IVA del 10% che il barista incassa e paga allo stato: di un euro che il consumatore paga per un caffè, 0,91 euro sono per il caffè e 10 centesimi l’imposta IVA. Da settembre 2011, applicando ai 0,91 euro del caffè il 12% di IVA, il consumatore dovrebbe pagare il 1,02 euro, che il barista potrà assorbire oppure arrotonderà per eccesso.
LA CAREZZA: una volta che è stato reso noto il testo ufficiale della manovra varata dal governo Monti è emersa una importante novità che può fare da volano alla ripresa dell’occupazione giovanile: le imprese che assumeranno donne e giovani sotto i 35 anni a tempo indeterminato avranno la possibilità di dedurre l’Irap dell’importo di 10.600 euro per ogni assunto. Il bonus sale a 15.200 nelle regioni del Sud.