Cerca

Premi INVIO per cercare o ESC per uscire

Marc Lanteri al Castello, classe e sentimento

07/09/2022

Marc Lanteri al Castello, classe e sentimento

Il panorama inconfondibile di un territorio patrimonio UNESCO, le Langhe, terra di vini intensi e sapori unici; un castello che racchiude il fascino della nobiltà piemontese e dimora storica di colui che del Piemonte e dell’Italia fu protagonista e artefice, Camillo Benso Conte di Cavour; un ristorante che, con eleganza, è il sunto della cultura di due nazioni, Italia e Francia, grazie alla creatività discreta ed equilibrata di Marc Lanteri, chef di confine, trait d’union tra le tradizioni italiane di cui tramanda la memoria e l’essenza della cucina francese che si esprime nelle salse delicate, nel connubio di profumi.

Marc Lanteri al Castello, classe e sentimento

Marc Lanteri al Castello è un luogo magico, racchiuso tra le mura antiche del Castello di Grinzane Cavour, una fortezza che risale al XIII secolo, dove Camillo Benso visse dal 1830, incaricato dal padre di amministrare i beni di famiglia, forse allontanato di proposito dalle gagliardie torinesi, e dove il giovane Cavour imparò ad apprezzare l’agricoltura e diede il via alla sua opera di rinnovamento agricolo del territorio.

Non è un caso che proprio qui, nelle sale del castello, si possa visitare un museo che ripercorre la storia delle Langhe, della comunità agricola e del vino, protagonista indiscusso dell’economia del luogo, attraverso percorsi e ambientazioni che ne rappresentano l’evoluzione e ne testimoniano la storia.

“Mi considero un cuoco di confine – afferma Marc Lanteri – perché nella mia cucina porto un po’ d’Italia e un po’ di Francia, entrambe patria per me, e mi piace mettere in rilievo le particolarità di entrambe le culture culinarie, perché sono insite nella mia natura e rispecchiano il mio sentimento”.

Piatti della tradizione elaborati per incontrare il gusto contemporaneo, ma sempre basati su prodotti locali per valorizzarli e mantenerli vivi nel ricordo. E poi, il foie gras: non può mancare ed è ingrediente fondamentale. Una cucina fortemente radicata e al tempo stesso innovativa perché spunto e ispirazione per piatti rinnovati nella leggerezza e nella freschezza, nella presentazione insolita, nelle tecniche di lavorazione all’avanguardia.

“Quello che più amo cucinare è la carne – dichiara chef Lanteri – ogni tipo di carne, dall’agnello al bue, dal piccione alla faraona. E ogni taglio è importante, dalle animelle al rognone, dalla testina alla guancia, perché ogni parte dell’animale ha qualcosa da esprimere e nulla viene sprecato, semmai valorizzato. Le moderne tecniche di cottura, inoltre, come la cottura a bassa temperatura, aiutano a mettere in risalto le peculiarità di piatti della tradizione che si arricchiscono di morbidezza, che non sono in tal modo soggette al calo peso. La padronanza della tecnica è anche risorsa importante per gestire il risparmio energetico e, insomma, diventa espressione del rinnovamento e innovazione stessa”.

Scamoncino di Fassona al ristretto di nebbiolo e verdure dellScamoncino di Fassona al ristretto di nebbiolo e verdure dell'orto

Cuoco di solidi principi, Marc Lanteri rappresenta, con la sua cucina concreta e raffinata, il nuovo che lavora per costruire il futuro partendo da basi ben bilanciate:

“Penso che negli ultimi anni si sia un po’ perso l’equilibrio tra novità ed eccesso. Siamo andati troppo avanti, vogliamo fare troppe cose e tutte insieme, un brouillon, un po’ di confusione. Con la smania di stupire abbiamo perso il senso della misura e capita che non si riesca a capire quello che si sta mangiando. Credo sia importante, invece, mantenere un’identità precisa e per farlo non abbiamo bisogno di copiare gli altri, dobbiamo restare noi stessi. Se per stupire il mio cliente devo copiare, beh, non vale”.

Marc Lanteri al Castello, classe e sentimento

Restare coerenti con la propria personalità, per chef Lanteri, significa anche saper capire il cambiamento e rispondere alle nuove esigenze del mondo della ristorazione: “Oggi è molto importante saper educare il personale, parlare con loro e comprendere i loro bisogni e le loro insicurezze. Al tempo stesso, dobbiamo fare in modo che imparino a confrontarsi con le difficoltà dei tempi che viviamo, senza essere autoritari ma con determinazione, affinché trovino il modo per raggiungere le loro ambizioni. I giovani sono cambiati, il mondo è cambiato, ma noi restiamo umani e il cambiamento deve essere affrontato, che ci piaccia o no. È un momento di transizione e, con buonsenso e buona volontà, lo supereremo”.

 

Marc Lanteri al Castello
Via Castello, 5, 12060 Grinzane Cavour CN
www.marclanteri.it

a cura di

Marina Caccialanza

Milanese, un passato come traduttrice, un presente come giornalista esperta di food&beverage e autrice di libri di gastronomia.
Condividi