Parole che raccontano di speranza e di visione, di un’Italia duramente colpita sul fronte economico proprio del turismo ma che è pronta, con entusiasmo, a riaprire le porte dell’accoglienza con regole nuove, “chiare e semplici per viaggiare in Italia in sicurezza”, con il pass vaccinale che il nostro Paese ha anticipato rispetto a quello europeo proprio per non perdere neanche un giorno utile alla ripresa. Da metà maggio sarà infatti possibile viaggiare in tutte le regioni con questo pass, rilasciato a chi potrà dimostrare di essere guariti dal covid, di essere vaccinati o di essere negativi ad un tampone. Queste sono le condizioni che normalmente si richiedono nel green pass.
Già nello scorso weekend si è visto un discreto movimento nelle zone marine e le città d’arte cominciano a sperare dopo più di un anno di silenzio dovuto alla totale assenza di turisti.
“Aspettavamo da mesi una data certa per provare a ripartire e ora finalmente l’abbiamo grazie a Draghi che ha dimostrato di avere una visione da economista e non solo da politico. – spiega Francesco Bechi di Federalberghi di Firenze – È una prima fase di normalizzazione anche se il processo sarà lungo, però almeno ora torniamo a essere competitivi con Spagna e Grecia. Prenotazioni? Diciamo che qualcosa si muove. Poi con giorni più caldi, più persone vaccinate e coprifuoco a mezzanotte potremmo iniziare davvero a pensare a una ripartenza”.
Ora è importante che anche il turismo sappia adeguare l’offerta a un nuovo pensiero che dovrebbe governare il mondo, pena il ritorno indietro: inclusività, sostenibilità e coinvolgimento delle comunità locali dovranno diventare le nuove parole.
Luigi Franchi