Ve n’eravate accorti?
Riguardate la mascotte di Expo 2015 presentata qualche giorno fa al pubblico insieme al concorso dedicato ai bambini per assegnarle un nome… cosa manca? Il viso simpatico e sorridente è composto da
11 elementi tra frutta e verdura, a sintetizzare le eccellenze agroalimentari dei Paesi partecipanti: aglio, anguria, arancia, banana, fico, mais blu, mango, mela, melograno, pera e ravanelli.
E l’uva? Siamo o non siamo in Italia, dove il mercato che ruota attorno alla viticoltura vale quasi 14 miliardi di euro l’anno, 3,5 miliardi di euro di valore per la sola produzione di vini a denominazione?
Duro e fermo il commento del
presidente di Federdoc, Confederazione Nazionale dei Consorzi Volontari per la Tutela delle Denominazioni dei Vini Italiani, Riccardo Ricci Curbastro: “Ritengo scandalosa l’assenza dell’uva, ci si è nuovamente dimenticati che siamo il primo Paese produttore di vino al mondo, senza contare la produzione di uva da tavola che pure immagino considerevole. Ancora una volta EXPO dimentica di essere una realtà che si svolgerà in Italia. Siamo quindi ad invitare il Ministro dell’Agricoltura On.le Nunzia De Girolamo ad essere più attenta alle tematiche fondamentali dei prodotti certificati e del Made in Italy in generale e a formulare un netto dissenso rispetto alle scelte operate dai vertici dell’EXPO. Questa operazione per i suoi risvolti culturali non poteva non coinvolgere anche i bambini ai quali la vite, l’uva e il vino andrebbero presentati come elementi fondamentali della cultura del nostro Paese. I Consorzi di Tutela e dei produttori di vini a Denominazione d’Origine Italiana pertanto esprimono tutta la loro disapprovazione.”
Pensiamo che cambierà poco o nulla, la macchina economica e di marketing che ruota attorno alla mascotte, concorso compreso, è partita e muove troppi soldi per fare marcia indietro. Ma non possiamo fare a meno di scuotere la testa, perché anche con un esempio così semplice, un simbolo che impareremo a riconoscere ovunque,
siamo alle solite: ci dimentichiamo di noi, del nostro valore e delle nostre risorse. Quando capiremo che anziché remarci contro da soli basterebbe mostrare ciò di cui siamo capaci e che abbiamo, senza particolari sforzi, per fare la differenza?
Alessandra Locatelli