Ogni cosa che accade, si sa, crea un popolo diviso in due: i contenti e gli scontenti. Nel caso della novità annunciata ieri in conferenza stampa da Oscar Farinetti, in merito al ruolo di art director di F.i.Co. – Fabbrica Italiana Contadina - che Massimo Bottura ha accettato di assumere, noi stiamo dalla parte dei contenti.
“Ci siamo sentiti ieri. Massimo ha confermato. Diventerà l’art director delle cucine di F.i.Co. – ha raccontato Oscar Farinetti - Massimo sta già preparando quelli che diventeranno i cento piatti storici della cucina italiana che verranno poi proposti nei ristoranti del parco”.
Il parco in questione è a Bologna, nell’area del CAAB-Centro Agroalimentare, dove nella prossima estate inizieranno i lavori per la più grande area gastronomica italiana: 70mila metri quadri di spazi, 27mila di area produttivo-espositiva, 10.600 per la ristorazione, 9.300 per la commercializzazione dei prodotti, 2000 per il centro congressi. Un progetto ambizioso fin dalle prime battute: un partenariato che ad oggi ha raccolto 40 milioni di euro, la quotazione in borsa, 5mila nuovi posti di lavoro, 6 milioni di visitatori l'anno attesi.
"In previsione del 2015, anno dell'Expo - illustra il presidente del Caab Andrea Segrè - è arrivato il momento di trovare una casa stabile per custodire, raccontare e tramandare una delle risorse più vitali dell'economia italiana: il cibo. Per questo, d'intesa con il sindaco di Bologna Virginio Merola, nel 2012 abbiamo pensato ad un parco agroalimentare, condividendo poi il progetto con il presidente di Eataly, Oscar Farinetti".
Esiste poi la parte degli scontenti, citata da Farinetti in conferenza stampa: “Vogliamo che ci sia una distribuzione equa della ricchezza. Tutti, dagli operatori interni a chi ha investito quattrini, dovranno godere di benefici senza esagerare. Questo lo dico rivolto a chi vive l’intera vita a fare le cose contro”.
Il 13 febbraio infatti il collettivo Làbas organizza un incontro a Vicolo Bolognetti a Bologna, intitolato “La Foglia di Fico” per spiegare cosa si nasconde in termini di interessi finanziari e speculativi dietro al parco agroalimentare: “Ricordate i film si Sergio Leone? Ecco io sono il buono Clint Eastwood non il cattivo Lee Van Cleef. Io questi che passano la vita ad essere anti qualcosa non li invidio. Non sono persone felici. Comunque vengano a dirci dove sbagliamo e ci dicano come cambiare. Li ascolteremo”.
Luigi Franchi