Un piatto come “Oops, mi è caduta la crostatina al limone” è poesia. I limoni di Sorrento, l’origano selvatico di Vendicari, i capperi di Pantelleria le mandorle di Noto, il pepone materano, il bergamotto calabro.
Un piatto affilato e di rottura tra dolce e salato.
Una ricostruzione perfetta dell’imperfetto.
Quando parliamo di Oops! parliamo anche della capacità di saper sbagliare; sapere cogliere il lampo di luce nelle tenebre lungo il percorso della creatività inciampando sul inaspettato ti capita vedere il mondo da una prospettiva diversa.
Quella di un bambino che lo guarda da sotto il tavolo mentre la nonna tira la pasta.
Io, poi tutti noi, non saremmo qui se non guardassimo ogni giorno il mondo con curiosità.
Dobbiamo metterci in condizione di aprirci, di capire di approfondire la nostra conoscenza, con la mente e gli occhi aperti.
Una conoscenza che non deriva solo dalle influenze esterne, ma prende vita dalla condivisione della professionalità di persone appassionate, che lavorano con umiltà per raggiungere un sogno comune.
Consapevolezza di cosa si è riusciti a raggiungere e di come lo si è raggiunto.
Mediante quale talento speciale o attitudine naturale.
Come individuo, ma soprattutto come team: riconoscere la passione, l’impegno che rendono il nostro lavoro unico e immediatamente identificabile: il SEGNO.
E’ fondamentale essere capaci di riconoscersi come squadra, prima ancora che come azienda.
Riconoscersi come una famiglia che condivide gli stessi valori che caratterizzano il proprio senso di responsabilità.
Perché è qui che conduce la consapevolezza: ci porta a essere responsabili gli uni degli altri, all’interno dello stesso gruppo e al di fuori, verso la nostra comunità.
Portare all’esterno quello che abbiamo accumulato in anni di esperienza, di duro lavoro, di sacrifici, ma anche di riconoscimenti e soddisfazioni.
Nel momento in cui realizzi che nella vita hai ricevuto tutto, in quel momento, se hai sensibilita, ti rendi conto che e il momento di restituire.
E nelle stesse botteghe in cui facciamo cultura.
Promuoviamo l’agricoltura, sviluppiamo il turismo, facciamo formazione.
Abbiamo scoperto l’enorme potenziale sociale che possiamo rivolgere alle nostre comunità.
Sempre guidati dalla stessa passione, la stessa cura per la bellezza, possiamo infatti esprimerci in nuove forme solidali che spostano il fuoco dell’attenzione e ci portano fuori dalle nostre cucine e lontano dalla nostra quotidianità, e vadano a costituirsi nelle aree periferiche, nei quartieri marginalizzati, in tutti quei luoghi abbandonati.