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Mediobanca: nel settore vinicolo la qualità non basta più

07/04/2011

Mediobanca: nel settore vinicolo la qualità non basta più
Se nella nostra Italia del vino il punto di forza è la qualità, lo stesso non si può dire della redditività. Un segnale che, secondo la consueta indagine Annuale sul Settore Vinicolo, effettuata da Mediobanca, stimola la considerazione che nella gestione delle aziende italiane qualcosa si debba migliorare. Nelle “Attese per il 2011” del rapporto Mediobanca, si legge che “il 53% delle aziende vitivinicole intervistate si dichiara ottimista, con stime di crescita del fatturato superiori al 3%; il 41% esprime aspettative stabili, mentre solo il 6% formula previsioni ribassiste (tra 0 e - 3%); nessuno ha dichiarato tendenze negative al di sotto del -3%. Positive le aspettative per l’export: oltre il 95% lo prevede in crescita con il 55% che dichiara tassi di sviluppo superiori al 3%”.
Ad oggi i maggiori competitor italiani provengono dal mondo cooperativo. In testa Cantine Riunite e Civ che, dopo la fusione, hanno dato vita al primo produttore vinicolo italiano, con un fatturato pari a 449 milioni di euro. A seguire altre due coop, Caviro (245,9 milioni), Mezzacorona (144,8 milioni) e le aziende familiari Antinori (140,1 milioni) e Fratelli Martini (138,3 milioni).
Al di là dell’ottimismo, il problema della redditività non è da sottovalutare e per Lucio Mastroberardino, presidente dell’Unione Italiana Vini, conquistare nuovi mercati ve bene, salvo che però è necessario avere margini industrialmente accettabili.
Se dal 2000 ad oggi il prezzo medio di un vino esportato è aumentato di soli 10 centesimi il litro, sarà difficile riuscire a rafforzare la leadership italiana a livello internazionale.
Insomma, oggi la qualità da sola non basta più, ma – sottolinea Mastroberardino, occorrono nuove forme strutturali e organizzative lungo la filiera produttiva.
Anche perché se non si produce reddito con l’export, aumenta il peso del calo dei consumi interni.
Di questi argomenti da oggi si discuterà al Vinitaly, alla ricerca di strategie possibili da adottare. Nel confronto sono coinvolti istituzioni di categoria, produttori, comunicatori, operatori della distribuzione e della ristorazione, pubblicitari/esperti di costume.
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