Dal rito alla scoperta
Una cosa colpisce: da un lato, Milano vuole mantenere la sua identità, la milanesità del suo stile, e lo dimostra con locali studiati per mettere in evidenza la storia e le tradizioni meneghine, dall’altro, non dimentica la sua vocazione imprenditoriale. Tutto è studiato e valutato.
Se partiamo dai Navigli, rappresentazione di quella che viene chiamata movida, ecco che la Milano genuina sbuca tra le insegne: a pochi passi dalla Darsena ha aperto Il Baslà, che serve i suoi cibi in padellini di metallo, che in milanese si chiamano baslòt, Qui, ti accoglie l’oste, ti serve piatti caserecci ma non convenzionali, soprattutto di carne, accompagnati da un’ottima cantina, ma poi ti accorgi che l’osteria all’antica si trasforma e ti offre il brunch internazionale, i cocktail signature; che dentro il padellino (il baslòt) non c’è un piatto banale. Il Baslà non è un locale nato per caso, è un progetto studiato con cura dai suoi artefici, Andrea Votino, chef esperto di catene in ambito food, e i suoi soci, giovani con le idee chiare.
La ristorazione d’hotel si adegua e se i turisti sono ancora scarsi, si prepara ad accoglierli in maniera indimenticabile. Il ristorante dell’Hotel Melià alla Torre GalFa, vicino alla stazione centrale, si chiama Batticör (si pronuncia alla francese con la eu marcata) e, nel nome, batticuore, rispecchia il sentimento, quel voler ancorarsi al luogo e abbracciare chi arriva da lontano, ma guardando avanti: Torre GalFa primo edificio italiano a zero emissioni di Co2, sbandiera la sua attenzione al green anche nella proposta culinaria, dal pranzo veloce all’aperitivo alla cena, e presenta un menù che non trascura cucina vegana o vegetariana.
Pasta fatta a mano, uova biologiche, carni da allevamenti sostenibili della Lombardia e pesce del Mediterraneo.