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Napoli, unica e poliedrica (Seconda parte)

06/07/2022

Napoli, unica e poliedrica (Seconda parte)

Garage Gourmand, il gourmet partenopeo

Non è una trattoria classica, non è un ristorante gourmet. Garage Gourmand incarna il nuovo che avanza e vuole essere il giusto compromesso: l’dea nasce dalla volontà di smorzare la parola gourmet, che nel napoletano e, in genere, nella gente del sud suscita sempre un po’ di pregiudizi, sia sulle porzioni sia sul costo.

“Con questo locale – racconta lo chef Marco Nitride – ho voluto costruire una cucina elegante ma saporita, tradizionale e al tempo stesso informale per unire la cultura gastronomica napoletana con modernità e fusioni. Mi piace contaminare le diverse culture e Napoli è un crocevia di culture. Per esempio, faccio il ragù di maialino all’antica col cioccolato fondente, oppure l’anatra ma in versione napoletana; molto apprezzata la genovese di bufala: preparo i culurgiones, una pasta ripiena sarda, farciti con la genovese di bufala tipicamente napoletana, un piatto leggero e insolito che ho chiamato Occhio e Malocchio. Il clima e l’ambiente sono conviviali, la cura della proposta raffinata, ecco il perfetto compromesso”.

Lo chef Marco NitrideLo chef Marco Nitride

Al Vomero, aperto appena prima della pandemia, Garage Gourmand accoglie una clientela eterogenea ma non il turista convenzionale che cerca il folklore tipico napoletano e che ruota intorno al centro storico. È, invece, punto di ritrovo per un turista evoluto e per il napoletano esigente.

“I primi tempi sono stati duri – ammette chef Nitride – erano certamente avversi, ma stiamo recuperando molto bene. Da prima di Pasqua, Napoli è letteralmente invasa dai turisti, tutti i giorni, e mi sento davvero fortunato dopo tante difficoltà. Riusciamo a intercettare un tipo di clientela che oggi è la maggioranza nella nostra citta, da un lato il napoletano non convenzionale, esigente e al tempo stesso cordiale, che vuole lo storytelling dietro ogni piatto, cerca la novità e una sorta di informalità che accompagna il percorso: deve essere incuriosito e attratto altrimenti da noi non viene; dall’altro il turista moderno ingolosito dalla fusione e dal bilanciamento delle nostre ricette; sa capire la tecnica dietro a ogni innovazione e apprezza la sperimentazione che trae origine dalla classicità. Recentemente ho proposto uno spaghetto con riccio, polvere di limone e aria di cappuccino; può sembrare strano, invece al palato si sente il riccio, il limone, tutto è ben bilanciato e i turisti, attratti dal bizzarro, hanno dimostrato grande apprezzamento. Il fatto è che il turista straniero, oggi, capisce e conosce la cucina, non è sprovveduto, quindi è anch’egli molto esigente. Siamo noi che dobbiamo accontentarlo e non possiamo raggiungerlo solo con l’apparenza, ci vuole concretezza e riscontro”.

Il piatto Occhio MalocchioIl piatto Occhio Malocchio

Sono le due anime di Napoli e convivono. Esiste ancora il cuore pulsante della tradizione: il turista che vuole l’anima antica della città, la musica, le parolacce e i gesti scaramantici. Ma l’altra faccia della medaglia sono i ristoranti che crescono formando una nuova generazione e offrono una visione più contemporanea, guardano avanti. Questa è Napoli, una miscellanea di vite e un crogiuolo di inventiva.


Garage Gourmand

Via Aniello Falcone, 30, 80127
Napoli NA

a cura di

Marina Caccialanza

Milanese, un passato come traduttrice, un presente come giornalista esperta di food&beverage e autrice di libri di gastronomia.
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