La Romagna, si sa, è terra di Sangiovese, ottenuto dall'ottimo vitigno che si distingue in numerosi biotipi e cloni, 10 sottozone, una miriade di etichette, alcune di grande qualità, ma con un’offerta disomogenea e polverizzata che ha sempre penalizzato la sua diffusione a livello internazionale. Il Sangiovese è anche il primo vino romagnolo ad aver ottenuto, nel 1967, il riconoscimento della denominazione di origine controllata.
Il nome Sangiovese sembrerebbe provenire da Sanctus Zeus, il dio Giove dei Romani, anche se altri lo fanno derivare da Monte Giove o Colli Jovis, collina di Santarcangelo. Ed è proprio dall’origine del nome che ha preso spunto il neonato ‘Giove’, una grande novità destinata a lasciare il segno: un sangiovese doc superiore unico, realizzato con il contributo di 35 aziende produttrici di collina, da Rimini a Imola, riunite nel neo - costituito Consorzio Appennino Romagnolo.
Un vino di collina di grande qualità, costi contenuti, la vocazione ai mercati internazionali e l’obiettivo di raggiungere il milione di bottiglie già nella vendemmia 2012, di cui l’80 per cento con destinazione export.
Presentato in anteprima nazionale alla recente edizione del Vinitaly, ha un preciso obiettivo dichiarato delle aziende consorziate: realizzare un vino di alta qualità ma ‘easy drink’ e ‘easy pay’. Adatto a scalare i mercati internazionali senza tuttavia sostituire i vini delle singole cantine consorziate che infatti continuano a produrre le proprie etichette per il mercato tradizionale, ma parallelamente conferiscono una parte del loro prodotto migliore per il ‘Giove’, un ‘super sangiovese’ targato export.
Sei enologi sovrintendono al progetto ‘Giove’, ognuno in rappresentanza di ciascun territorio (Rimini, Forlì, Cesena, Imola e Faenza), coordinati da Vittorio Fiore, indiscusso protagonista del successo planetario dell’enologia toscana, e da Franco Calini. A loro spetta il compito di selezionare il prodotto conferito dalle cantine consorziate, valutando i campioni e giudicando se i vini proposti sono all’altezza del progetto. Ricevuto il via libera, i campioni conferiti vengono dosati per stabilire le percentuale da utilizzare per realizzare il blend che darà vita al ‘Giove’ definitivo.
Attualmente sono in fase avanzata le sperimentazioni del nuovo blend di sangiovese realizzato dai vini della vendemmia 2009 delle prime dodici aziende consorziate, con una previsione di produzione di 30mila bottiglie nel prossimo settembre. Per la vendemmia 2010 la produzione salirà a 300mila, fino all’obiettivo della vendemmia 2012 di raggiungere il milione di bottiglie di Giove Superiore.
Al ‘Giove Superiore’ si affiancherà il ‘Giove Riserva’, mentre è già allo studio un ‘Giove Bianco’ realizzato sempre da vitigno autoctono. Per la distribuzione all’estero, sarà creata una rete commerciale consortile unificata, mentre per quella nazionale e locale un progetto di ‘filiera corta’ metterà in vendita diretta il Giove in negozi di proprietà, insieme alle etichette di ogni azienda consorziata.
Per informazioni:
http://www.consorzioappenninoromagnolo.com/it/giove.html
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