L’annuncio ufficiale ha avuto luogo pochi giorni fa ad Angri (Salerno) nel corso dell’
XXI Congresso Mondiale del Pomodoro da Industria: dopo un lungo percorso si è costituito il
primo Polo Distrettuale del Pomodoro del Centro Sud, un organismo che riunisce produttori di materia prima e imprese di trasformazione delle conserve vegetali di Campania, Puglia, Molise, Calabria e Basilicata.
Unico nel suo genere, il distretto si presenta come aggregazione autoregolamentata, allo scopo di rendere il comparto più snello, efficiente e competitivo attraverso una maggiore integrazione comunicativa e di intenti tra tutti gli attori coinvolti nella produzione, contrattazione e trasformazione del pomodoro da industria.
Grande la soddisfazione di
ANICAV – Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali – promotrice del progetto con Agroinsieme, Coldiretti e le Organizzazioni sindacali di categoria. Il primo step ora sembrerebbe essere quello di concretizzare strette collaborazioni tra agricoltori e industriali per definire le quantità prodotte e i prezzi, anche per rafforzare le esportazioni.
ANICAV è la più grande associazione di rappresentanza delle imprese di trasformazione di pomodoro al mondo e circa il 60% delle produzioni delle piccole, medie e grandi imprese associate - 110 in tutto - è destinato all’export verso i cinque continenti. Non solo: tali aziende hanno avuto nel 2013 un volume di affari pari 3 miliardi di Euro (ovvero il 60% del fatturato nazionale dell’intero comparto produttivo) di cui 1,9 miliardi derivano dalla trasformazione del pomodoro.
Regina del pomodoro italiano è, come è facile intuire, la
Campania, la quale da sola copre il 50% della produzione italiana: pensate che i porti di Napoli e Salerno movimentano ogni giorno circa 1500 contenitori di conserve vegetali.
Con i suoi
12000 lavoratori fissi e 22000 stagionali, oltre la manodopera impiegata per l’indotto, il settore conserviero è uno dei comparti attivi che muovono l’Italia. Ora, con il nuovo Polo Distrettuale, la speranza è quella che le risorse delle quali disponiamo siano riconosciute quali operative chiavi di Volta, da parte delle imprese aderenti e degli interlocutori, per rinnovare logistiche datate in virtù di relazioni orientate alla crescita e allo sviluppo.
Alessandra Locatelli