La birra si chiama “Nazionale” – spiega Teo Musso – e nasce da un progetto avviato sette anni fa, quando ho deciso che era giunto il momento di dare un’impronta tutta italiana non solo ai metodi di produzione della mia birra ma anche alle materie prime. Da lì ho cominciato a lavorare per creare una filiera agricola di cereali e tre anni fa è nato il luppoleto, che quest’anno ha dato la prima produzione di 200 kg. Con questo luppolo contiamo di produrre circa 50mila bottiglie, che saranno in distribuzione da ottobre. Volevo fare un’iniezione di italianità nel nostro mercato e non per un pensiero autarchico, ma semplicemente per valorizzare la nostra terra.
La prima produzione è stata realizzata con i fiori di luppolo non pellettizzati (cioè non trasformati in pellet). Poi con il resto della luppolo che invece è conservato in pellet in atmosfera modificata per un ideale mantenimento, continueremo a produrre e ad imbottigliare fino a tarda primavera.
La birra – assicura Teo Musso – ha profumi e sapori davvero unici. Non resta che assaggiarla e darne il proprio giudizio…
L’attività di Teo Musso non è solo limitata all’attività produttiva del birrificio Baladin. Nel 2007 ha dato vita anche al ristorante Birrario “Casa Baladin”, poi al Baladin Cafè e al progetto Open, una serie di birrerie a collaborazione societaria, dislocate su tutto il territorio nazionale, con uno stile identitario e una selezione di 100 bottiglie di birra italiane rigorosamente artigianali.
Infine, è arrivato anche a New York, dove ha creato il locale “Birreria” all'ultimo piano del palazzo che ospita EATALY, proprio sulla terrazza di fronte al "Flat Iron" e con la vista anche dell'Empire State Building e, dall’altra parte del mondo, ha aperto un riad in Marocco, nel cuore della Medina di Essaouira.