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Nel mondo c’è fame d’Italia

25/11/2011

Nel mondo c’è fame d’Italia
“Nel mondo c’è fame d’Italia. La sento ovunque vado. E questo malgrado la credibilità che abbiamo in questi mesi, malgrado un’assenza della politica e delle istituzioni italiane. Un Paese di così grandi eccellenze non merita di non crescere. Tra queste eccellenze ci sono le piccole e medie aziende ed il mondo dell’artigianato. Nel nostro Paese chi ha idee e capacità oggi può fare grandi accordi internazionali se c’è il supporto di un Paese che mira a facilitare il faccia a faccia tra gli imprenditori”.
Sono alcune delle affermazioni fatte dal presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo intervenendo ad un incontro alla Fiera di Milano Rho. Riflessioni che inducono a chiedere un cambio di passo politico e istituzionale molto rapido verso quei settori che rappresentano nel mondo il meglio del made in Italy: i grandi marchi della moda, dell’alimentare, dell’auto certo ma anche e soprattutto le piccole realtà imprenditoriali fatte di artigiani del cibo, dell’arte, i ristoranti e le trattorie dove pulsa il cuore vero dell’Italia, le aziende che producono paste, riso, salumi e formaggi praticamente unici, le decine di piccole città d’arte e l’elenco potrebbe continuare all’infinito.
Sono questi microcosmi che il mondo ci invidia, piccoli esempi che chiunque arriva in Italia poi si porta appresso,centellinandoli per giorni e giorni, con il desiderio di ritrovarli.
Un giorno, durante una visita alle cave d’Ispica in Sicilia mi ritrovai in casa del custode a sentirmi leggere un voluminoso pacco di lettere e cartoline da tutto il mondo: “Signor Giuseppe, qui a Francoforte c’è il cielo grigio e il ricordo della sua ospitalità ci aiuta a sorridere ogni giorno…”
Ecco la ricetta: portiamo in tour queste persone. Scegliamo tra quelle piccole e medie imprese, tra quegli artigiani che da soli non riuscirebbero mai (e forse non vorrebbero) affrontare i mercati globali e facciamone il simbolo del vero made in Italy. Scegliamo i prodotti artigianali più esclusivi, quelli che non si possono copiare, i cibi che solo sapienti mani custodi di antiche tradizioni possono produrre, il gusto intangibile fatto di colori e odori dell’Italia e portiamoli in giro per il mondo, nel cuore delle metropoli per qualche giorno. Diamo voce a quest’Italia, quella vera. Facciamola assaporare in modo che la fame venga poi soddisfatta qui, dove i turisti possono arrivare portando valore al nostro Paese.

Luigi Franchi
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