Il Ministero delle Politiche Agricole smentisce definitivamente le voci e le richieste di un’abrogazione dell’art. 62 sui termini di pagamento del settore agroalimentare che erano emerse in questi giorni ribadendo "la piena efficacia e vitalità della normativa speciale in tema di cessione dei prodotti agricoli e agroalimentari di cui all'articolo 62."
La nota redatta dall’Ufficio Legislativo del Mipaaf osserva in primo luogo che: "L'art. 62 in materia di cessione di prodotti agricoli si pone in un rapporto di evidente specialità" rispetto alla previsione di carattere generale della normativa europea, specificando la natura delle transazioni del prodotto agricolo e agroalimentare rispetto alle altre transazioni commerciali. Il principio contenuto in una normativa speciale, infatti, risulta non suscettibile di essere abrogato tacitamente o implicitamente da una norma generale.
"La disposizione contenuta nell'articolo 62 del DL n. 1/2012 - continua la nota - non può ritenersi abrogata dalla successiva normativa, di carattere generale, di cui al D.Lgs 192/2012. D'altra parte, la norma dell'art. 62 del DL n. 1/2012 neppure può ritenersi illegittima e conseguentemente, disapplicabile per contrasto con il diritto comunitario."
Il problema era stato sollevato dal Ministero dello Sviluppo Economico che aveva, con una nota del suo ufficio legislativo risposto a Confindustria che sosteneva il superamento dell’art. 62 dall'attuazione della Direttiva europea sui Late Payments (ritardati pagamenti). Il Ministero dello Sviluppo Economico concludeva che: "Ad avviso dello scrivente Ufficio Giuridico del Ministro, l'articolo 62, comma 3 (…) è stato abrogato tacitamente ed oggi non più in vigore. Di conseguenza, non possono altresì trovare applicazione i seguenti commi (…)".
Su questa posizione si trovavano d’accordo Confindustria, Federdistribuzione e Confcommercio per la quale, secondo Fipe, “ l'articolo 62 abbia provocato un danno economico stimabile in circa 5 miliardi di euro l'anno per tutta la filiera agroalimentare”.
A favore della legge del Ministero delle Politiche Agricole sono invece le organizzazioni agricole, l’Alleanza delle Cooperative e Unionalimentari per cui "Certe dichiarazioni andrebbero meglio ponderate, soprattutto quando provengono da dicasteri autorevoli - afferma il presidente UnionAlimentari, Renato Bonaglia - le dichiarazioni del MISE sembrano un pesce d'aprile di cattivo gusto, che confondono solo gli operatori del settore alimentare in un periodo in cui di certo i problemi per le imprese non mancano. La posizione delle PMI alimentari è sempre stata chiara, pur nelle difficoltà iniziali e nella necessaria riorganizzazione amministrativa che ha richiesto l'applicazione di questa norma. Ribadiamo che le disposizioni contenute nell'articolo 62 hanno avuto un bilancio positivo confermato anche dalla distribuzione, apportando maggiore trasparenza ed efficienza in tutta la filiera, ed in particolar modo riequilibrando i rapporti contrattuali tra gli operatori. Tuttavia, a distanza di mesi, restano ancora evidenti alcune necessità di chiarimento su determinati aspetti tecnici, in particolare rispetto alle operazioni export, alle possibili semplificazioni per determinati canali distributivi e ai problemi di richiesta di invio posticipato delle fatture con creazione di possibile distorsione competitiva” conclude la nota di Unionalimentari.