Ma veniamo, appunto, a chi, in questo sistema, sta all’altro capo del servizio fornito dalle piattaforme, il ristoratore.
Quando le prime società di delivery hanno cominciato a diffondersi, complice, peraltro, un rapido e forzato sviluppo, dovuto al periodo pandemico, quanto veniva prodotto era considerato, giustamente, una parte di ricavo che si aggiungeva al fatturato acquisito con la clientela seduta nel proprio locale. Un modo, come anche per l’asporto, per aumentare avventori ed entrate che garantiva un margine migliore grazie alle economie di scala.
Nel tempo, però, la situazione è peggiorata estremizzandosi, infatti, se da una parte, come ciascuno di noi può constatare, i Rider sono sempre meno tutelati e rischiano al massimo per ottimizzare le consegne, dall’altra i ristoranti non sono più il vero interfaccia del cliente.
Come rilevato dalla ricerca svolta da Daniel Hagos, Ricercatore per il Dastu e Rider, oggi a dominare il mercato delle consegne di pasti a Milano sono le cosiddette Dark Kitchen, al momento della ricerca oltre 6 distribuite in città e frequentate quotidianamente da più di 5000 fattorini.