La notizia si è presto diffusa sui giornali e sul web, innescando non poche discussioni e dibattiti tra le due fazioni composte da favorevoli e contrari rispetto alla fatidica domanda: la pausa – caffè, che ogni giorno coinvolge milioni di lavoratori lungo tutto lo stivale, rappresenta un “diritto” o no?
Secondo una sentenza emessa dal Tar Trentino Alto Adige – Trento tale usanza, riferita in particolare all’inizio del turno di lavoro, non costituisce assolutamente un diritto del dipendente. E’ attorno a tale decisione giurisprudenziale che sono sorte riflessioni e valutazioni.
La fattispecie oggetto del giudizio del Tar ha avuto come protagonista una dipendente in servizio presso il Palazzo del Commissariato del Governo di Trento “rea” di aver aperto in ritardo il portone di ingresso dell’edificio e, inoltre, di essersi presentata senza divisa ma in abiti civili. La dipendente ha sostenuto, a sua discolpa, di essersi assentata momentaneamente dal posto di guardia per prendere un caffè ed una bottiglietta d’acqua dal distributore automatico. Ma tali motivazioni non le hanno evitato di subire la sanzione disciplinare del richiamo scritto.
Il giudice amministrativo, chiamato a decidere circa la legittimità e la congruità della sanzione inflitta, nel definire “oggettivamente incongrua e non conforme ai doveri di servizio di un appartenente alle forze di polizia” la mancanza della divisa, si è soffermato sul profilo relativo alla “pausa caffè”, sottolineando che “non appare certo l’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito, indebitamente conculcato dall’amministrazione, come impropriamente enfatizzato dall’interessata, ma solo un comportamento (forse diffuso, ma) anche esso non conforme a canoni di diligenza e scrupolo professionale, in base ai quali non sembra certo decoroso andare a prendere il caffè immediatamente all’inizio del turno, quando si presume che una persona già abbia fatto la colazione mattutina” . Dipendenti di tutta Italia, siete avvisati! A buon intenditor poche parole…
Antonio Longo