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Note di Pranzi, dal 4 marzo all'1 aprile

22/02/2023

Note di Pranzi, dal 4 marzo all'1 aprile

Dieci appuntamenti tematici compongono la struttura di un evento dedicato alla cultura della tavola e dell’arte del ricevere, un progetto di storia della gastronomia e di cultura della condivisione, una straordinaria testimonianza dei costumi delle varie epoche storiche.

Si svolgerà a Treviso, dal 4 marzo all’1 aprile, Note di Pranzi, da un’idea di Alessia Cipolla, architetto e fondatrice de La Costruzione del Gusto, una società che sviluppa progetti e oggetti dedicati al mondo del gusto, della tavola e dell’ospitalità.

Al centro del progetto è il menu, elemento imprescindibile della tavola, protagonista di pranzi e cene e portavoce del gusto e della maestria dello chef. 

Serie 10 menu ristorante La Colomba Venezia- artista Bacci Edmondo  16 settembre 1957 coll. Benzi-DolermoSerie 10 menu ristorante La Colomba Venezia- artista Bacci Edmondo 16 settembre 1957 coll. Benzi-Dolermo

Note di Pranzi è una iniziativa culturale e si svolgerà a Casa Robegan, una dimora rinascimentale, nel cuore della città di Treviso; è un evento composto di una serie di momenti suddivisi in percorsi espositivi, una mostra con circa 300 menu tra il 1850 e il 2022, e appuntamenti aperti al pubblico, in città: conferenze e workshop sulla storia della gastronomia e della cultura a tavola, che si svolgeranno all’interno di luoghi e locali storici.
 

Il titolo dell’evento prende spunto da colui che fu l’artefice e il testimone dell’evoluzione culinaria, Pellegrino Artusi che, nel suo intramontabile La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, lo definisce “distinte di pranzi”. 


E le distinte di pranzi, i menu, sono certamente una fonte importante in molti campi di ricerca, di studio della cultura di un’epoca o di una civiltà, della storia della gastronomia e della cucina, anche secondo una visione sociologica, in quanto espressioni di un sapere e di un essere che compongono le mode e i costumi.

Alessia CipollaAlessia Cipolla

Semplici fogli, libretti, decorati o dipinti; su pergamena, carta pregiata o fogli commerciali; rilegati, colorati, ripiegati; infinite sono le forme e le identità che i menu esprimono, e non si tratta solo di ciò che contengono - un elenco più o meno dettagliato di cibi - ma di quello che esprimono, tanto che possono diventare oggetti da collezione, rarità, testimonianze. 


Il menu diventa il vero protagonista della tavola, mezzo di comunicazione e simbolo di stile, perfino oggi che spesso non compare più nella sua versione tradizionale ma digitale: anche in questo caso l’impaginazione, l’ordine, la composizione armonica mantengono la loro funzione, seppur effimera. Ripercorrere i suoi passi è pertanto un modo per imparare che l’evoluzione dei costumi può avere mille volti e, sempre, conduce a una riflessione costruttiva e creativa.
 

Treviso si rivela lo scenario ideale per questa celebrazione del menu; non dimentichiamo che proprio nei pressi di Treviso, presso l’Abbazia di Sant’Eustachio a Nervesa della Battaglia, Monsignor Della Casa scrisse il Galateo, elemento centrale nella cultura dell’accoglienza. L’organizzazione del pasto, infatti, segue le epoche e i luoghi e, come la cucina, è la testimonianza di eventi da ricordare, memorie private e pubbliche che raccontano la storia, grande o piccola che sia.  

a cura di

Marina Caccialanza

Milanese, un passato come traduttrice, un presente come giornalista esperta di food&beverage e autrice di libri di gastronomia.
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