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Chi pensa che le patate siano un prodotto agricolo “classico”, di quelli che non cambiano mai, si deve ricredere: ogni anno vengono immesse sul mercato nuove varietà, rispondenti alle esigenze dei consumatori e sempre più rispettose dell’ambiente e delle sue risorse. Ci tiene a precisarlo il presidente Augusto di Silvio, presidente UNAPA (Unione Nazionale tra le Associazioni di Produttori di patate), peraltro promotrice di Potatoes Forever, campagna di promozione e informazione delle buone pratiche adottate dalla filiera pataticola in Italia, cofinanziata dall’Unione Unione Europea. Quest’anno, ad esempio, sono otto le nuove varietà di patate - tra buccia rossa e buccia gialla- su cui UNAPA e i suoi soci stanno lavorando da tempo, presentate in occasione di un uno dei periodici incontri tecnici organizzati dall’associazione.
Tra quelle a buccia rossa spiccano Dalida (buccia rossa, pasta gialla) e Tornado (buccia rossa, pasta bianca), ma le patate a buccia gialla più tradizionale non mancano. Sono state presentate infatti Altesse (buccia gialla, pasta gialla, di forma allungata), Anais (buccia gialla, pasta gialla, rotondeggiante), Belami (buccia gialla, pasta gialla, di forma allungata, perfetta per le fritture), JB 007 (buccia gialla, ma a pasta bianca, per tutti gli usi), Malice (buccia gialla, pasta gialla, ottima per forno e fritto casalingo) e Sensation (buccia gialla, pasta gialla, indicata per le lunghe cotture in forno).
Ma cerchiamo di capire come nel nostro Paese si arrivi a simili risultati. Solitamente le varietà su cui si inizia la sperimentazione arrivano da Francia, Olanda, Belgio, Paesi molto avvezzi alla ricerca genetica. Dopo opportuna valutazione delle zone più adatte alla produzione di queste nuove tipologie di patate, iniziano anni di prove sul campo per verificarne la resistenza ai parassiti, ai cambiamenti climatici, all’utilizzo di un minor consumo idrico. Si parte da piccole parcelle di terreno a parcelle sempre più grandi per le varietà favorite dai produttori. Questi campi sono distribuiti tra nord, centro e sud del Paese, nello specifico in Friuli e a Bologna, nel Lazio e in Abruzzo e in Campania e Calabria. Trascorsi due o tre anni le patate arrivano quindi a noi.
Chi è UNAPA Nata nel 1987 da sei associazioni di produttori, UNAPA conta oggi 11 organizzazioni di produttori che rappresentano 9000 aziende agricole operanti in tutte le maggiori aree pataticole italiane. Con una produzione di 240.000 tonnellate di patate rappresenta il 25% del della produzione nazionale, per un fatturato aggregato di 60.000.000 di euro. UNAPA, contribuendo negli anni a consolidare i rapporti tra le diverse realtà della produzione organizzata in Italia, ha favorito la nascita di una rete d’imprese, denominata “Pataticoltori d’Italia”.
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Buona, anche per la scienza!