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Nuovo canone speciale RAI per le aziende che utilizzano computer

20/02/2012

Nuovo canone speciale RAI per le aziende che utilizzano computer
La Rai, rifacendosi ad un Regio Decreto del 1938, in questi giorni sta inviando a tutte le aziende con partita IVA la richiesta di versamento del canone di abbonamento speciale, precisando che si tratta di una tassa dovuta anche per il possesso di tutti gli apparecchi che siano atti o adattabili alla ricezione di programmi televisivi e che acceda alla rete internet, comprendendo anche personal computer o altri strumenti digitali, quali Pc, videofonini, videoregistratori, Ipad, addirittura sistemi di videosorveglianza che consentono potenzialmente la ricezione del segnale televisivo, a prescindere dal loro effettivo utilizzo. In pratica, siccome l'azienda televisiva ha pubblicato alcuni contenuti su Internet senza limitarne l'accesso agli abbonati, ora chiede il pagamento del canone per il possesso di qualsiasi apparecchio che accede alla rete, che consente di vedere i suoi programmi.
Lo denunciano le associazioni confederali Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti in un comunicato che spiega come “nei giorni scorsi, sono fioccate su milioni di imprenditori e lavoratori autonomi le richieste della Rai di pagare il canone speciale dovuto”.
La tassa, giunta alle imprese italiane come un fulmine a ciel sereno, va da un minimo di 200,91 euro per studi professionali, negozi, circoli ed alcune tipologie di esercizi pubblici e aumenta a 401,76 altri esercizi pubblici, o agenzie di servizi del terziario, uffici, fino a raggiungere gli oltre 6 mila euro per alberghi di lusso.
Il nuovo balzello è volto al recupero dell'evasione del canone e peserà sui bilanci delle aziende già messe a dura prova dalla crisi e quindi è vissuto come un'ulteriore vessazione.
Tutto sta nello stabilire se la Rai abbia o meno ricevuto indicazioni in tal senso dal Ministero e comunque resta il fatto che tassare un’azienda a pagare un abbonamento TV per il solo fatto di avere un PC è paradossale, innanzitutto perché si tratta di strumenti di lavoro indispensabili a qualunque attività lavorativa e poi perché si andrebbe a colpire d’improvviso il mondo produttivo per tenere in vita un’azienda, la Rai, in gravi difficoltà finanziarie grazie ad una cattiva gestione amministrativa.
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