Da giovane ingegnere, Marco rinuncia alla carriera in Lamborghini alla ricerca di sfide di gran lunga più affascinanti, condivise senza mai ripensamenti con Eleonora, yogin proveniente dal teatro e da studi in pedagogia.
Marco Casolanetti arriva a Bologna fra il 1988 e l’89 per studiare ingegneria meccanica, attratto dalla terra dei motori. Una volta laureato, ha la prima esperienza lavorativa alla Ducati. Incontra Eleonora, la donna della sua vita, e insieme saltuariamente danno una mano al padre di lei, Pino, nelle vigne di famiglia nella provincia Picena, tra Cupra Marittima e Ripatransone, zona vocata per il vino, con vecchie vigne diffuse in collina e nelle valli parallele percorse da corsi d’acqua che confluiscono verso il mare. Ogni domenica sera ripartono per Bologna con la macchina piena di roba da mangiare, polli, passata di pomodoro, sottaceti, carciofini.
I motori rimangono il sogno di Marco che passa in Lamborghini quando l’azienda di Sant’Agata Bolognese è in pieno rinnovamento. Quel lavoro lo affascina, ma nella sua terra c’è un detto: “Meglio un matto che va a ramate che uno stupido che è per sempre”. Le ramate sono gli scrosci di pioggia. Da sempre appassionati di cucina e di vino, in quegli anni vivono in via Quadri, a un tiro di stappo dall’Antica Drogheria Calzolari in via Petroni. Diventano amici dei titolari, Sauro e Stefano Delfiore, e del musicologo-giornalista Helmut Failoni (oggi alle pagine culturali del Corriere della Sera a Milano), profondo conoscitore e frequentatore del mondo dell’eno-gastronomia.