Sono decisamente positivi i risultati di due ricerche sui consumi agroalimentari e sugli stili di vita degli italiani commissionate da
Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia a
Nielsen e
GFK Eurisko. Nel largo consumo l’olio di oliva ha conquistato stabilmente
il quinto posto per giro d’affari all’interno del food confezionato e nel corso dell’anno che si sta per chiudere il fatturato sviluppato dai prodotti che hanno l’olio come ingrediente è
aumentato dello 0,4% (pari a 8,9 miliardi di euro), mentre quelli che utilizzano l’extravergine sono cresciuti dell’
8,6% (238 milioni di euro).
In quanto a trend più specifici, nel 2016 Nielsen ha individuato una ripresa dei consumi alimentari, per quanto timida, pari al +0,6%, e per il prossimo anno la società di ricerche prevede un incremento del settore dell’1%. Per il mese di dicembre, in particolare, che rappresenta il 10% dei volumi totali acquistati durante tutto l’anno, con punte che arrivano alll’11,7% nel Centro Italia, si stimano vendite di olio di oliva in linea con la media storica.
Ma, numeri a parte, possiamo definire l’Italia un Paese salutista? Parrebbe proprio di sì, stando ai risultati dell’indagine di GFK Eurisko, che mostrano come solo da noi (76%) vi sia una così
alta attenzione verso ciò che si consuma e come lo si prepara. Mentre, infatti, per i nostri connazionali mangiar bene ed essere in salute è un dovere verso se stessi, altrove la preoccupazione per una sana alimentazione è in calo: in Spagna e in Francia, per esempio, riguarda solo il 22% della popolazione e in Germania appena il 16%. In Italia, invece, tra il 1995 e il 2015 si è verificata una vera e propria rivoluzione, sintetizzata nella definizione:
“buono da pensare” e, quindi, “buono da mangiare”. Oltre a essere buono e salutare, infatti, il cibo deve rispondere ai requisiti di leggerezza, gusto e convivialità.
Per il futuro, dunque, quali prospettive si lasciano intravedere? “Dobbiamo ridare una
nuova centralità agli oli da olive – afferma
Giovanni Zucchi, presidente di Assitol –, innanzitutto valorizzando la capacità di creare sapore, i mille pregi per la salute, ma soprattutto facendo conoscere al pubblico tutte le possibilità di utilizzo dei nostri oli in cucina. In questo senso, Assitol intende promuovere sempre più la cultura dell’extravergine, innanzitutto attraverso l’assaggio: il modo migliore per capire davvero l’olio è provare prodotti diversi”.
Mariangela Molinari