Nei mesi di chiusura non hanno svolto attività di delivery, per ragioni abbastanza inconfutabili.
“Abbiamo deciso di non intraprendere la strada del delivery. Qui a Peschiera ci sono tante attività di ristorazione a fronte di una popolazione non così numerosa, non avrebbe avuto molto senso. Ci siamo però attivati molto presto, almeno due settimane prima, per rimettere in sesto il locale e procurarci tutto il necessario. Devo dire che nei giorni che hanno preceduto l’apertura, avvenuta il 18 Maggio, non stavamo più nella pelle: tutti i ragazzi scalpitavano, non vedevano l’ora di ricominciare, di tornare tra i tavoli e in cucina. Abbiamo sei dipendenti, l’ultima assunta proprio ora. Perché assumere in questo momento? Potreste chiedermi. Perché le avevamo dato parola prima che accadesse ciò che è successo e ci crediamo. Stiamo facendo i conti con poche prenotazioni, in crescita rispetto ai primissimi giorni, ma vogliamo sperare che a luglio vada bene. In questo momento critico non possiamo perderci d’animo e dobbiamo pensare positivo, soprattutto perché a breve i turisti, anche stranieri, avranno modo di tornare nel nostro Paese e dobbiamo essere pronti ad accoglierli meglio di prima”.
Proprio in merito al suo team Agostino spende parole sincere, di chi fa l’imprenditore con e per le persone, non per i conti.
“Dobbiamo molto ai nostri collaboratori, tra cui Franc responsabile di cucina, e Gori, responsabile di sala con Michela. Stiamo cercando la coesione, ormai è come se fossimo tutti parte della stessa famiglia. Cerchiamo di tenere vivo l’entusiasmo e rassicurare chi lavora con noi. Dobbiamo cercare di mantenere l’umore e le prospettive alte, ed è importante che non lo faccia solo chi è a capo dell’attività, ma anche chi ci lavora dentro. Dopotutto l’Osteria Rivelin non funziona solo grazie a noi, ma grazie a tutto il gruppo”.
E di quel gruppo, anche se esternamente al locale, sembrano far parte anche i fornitori.
“I nostri fornitori ci hanno supportati. Tra questi anche Tondini, che è stato di sostegno sia dal punto di vista economico che dal punto di vista informativo. Con loro abbiamo appurato la possibilità di continuare a proporre pietanze crude, e tutti gli affumicati di mare, assicurandoci che non vi siano problemi di sicurezza per i nostri clienti. Ci siamo attrezzati anche con i prodotti monodose e i dispositivi usa e getta: viene meno la scelta stilistica per il nostro locale, come quella di adottare condimenti monodose, ma in questi casi viene prima di tutto la sicurezza del cliente. E poi abbiamo introdotto il menu digitale e, come alternativa per chi non ha feeling con la tecnologia, dei menu di carta che poi si possono gettare dopo l’utilizzo. Cerchiamo di pensare a tutti e di soddisfare le esigenze di tutti”.
In conclusione, Agostino ci racconta il loro principale intento: “Sorridere sotto la mascherina è difficile, ma sicuramente dai nostri occhi traspare la voglia di accogliere e ricominciare. E poi, le vere dimostrazioni le daremo arrivando al tavolo, spendendo una parola in più per mettere a nostro agio il cliente e raccontando con più attenzione ciò che facciamo”.
Giulia Zampieri