Cerca

Premi INVIO per cercare o ESC per uscire

Parmigiano Reggiano, ho.re.ca fanalino di coda

22/02/2022

Parmigiano Reggiano, ho.re.ca fanalino di coda

Il Parmigiano Reggiano chiude il 2021 con dati positivi e stabili: il giro d’affari tocca 2,7 miliardi di euro con vendite in aumento del +8,2% rispetto al periodo pre-pandemia. Un anno record, dunque, anche per la produzione che cresce del 3,9% rispetto al 2020 con 4,09 milioni di forme e orientano le strategie del Consorzio verso l’export, mercati che offrono grandi opportunità di sviluppo. L’Italia, 55% del mercato, registra un incremento dei consumi pari al 4,5% rispetto al livello pre-Covid. 

“Il 2021 – ha affermato il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano Nicola Bertinelli – ha retto l’onda d’urto dopo un 2020 straordinario, durante il quale i consumi domestici avevano registrato un’impennata dovuta al lockdown. Il Parmigiano esce dal biennio in modo rafforzato e l’export con una crescita del 3% lo conferma”.

Merito anche dell’esplosione delle vendite dirette con visite in caseificio in grande riscoperta e come traino per la ripresa del turismo gastronomico. “Il Parmigiano infatti – spiega Bertinelli – non è solo un prodotto, esprime un’identità territoriale importante e identificativa. 

Il Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola BertinelliIl Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli

Fanalino di coda in questo panorama assolutamente positivo resta il mondo ho.re.ca. che cala addirittura del 4%. “Un paradosso – afferma Nicola Bertinelli – da interpretare e un fenomeno non nuovo. Infatti, il Parmigiano Reggiano ha sempre avuto difficoltà a penetrare il mondo della ristorazione ed è un fenomeno che risulta quasi incomprensibile dal momento che il ristorante, teatro dove si celebrano le eccellenze del made in Italy, sarebbe il palcoscenico ideale per promuovere un prodotto così iconico. Eppure, questo potenziale fatica a esprimersi. Per favorire la comunicazione abbiamo già dall’anno scorso programmato alcune azioni che ci sembrano utili, come l’istituzione della figura del Parmelier, l’esperto sommelier del formaggio, addetto a divulgare la cultura del formaggio attraverso la presentazione di un ‘carrello dei formaggi’ al ristorante, per esempio. Oppure con la campagna televisiva composta di una serie di spot che raccontano la realtà del caseificio”.

Parmigiano Reggiano, ho.re.ca fanalino di coda

La sfida, in questo frangente, sembra essere la comprensione di questo fenomeno e come colmare il gap che si è creato tra Parmigiano e ristorazione. 

Innanzi tutto, sarà indispensabile, secondo il presidente del consorzio, capire il motivo per il quale il ristoratore non utilizza il Parmigiano Reggiano, fatto non attribuibile solo al prezzo: “Probabilmente – conclude Bertinelli – la maggior parte dei ristoratori non ha compreso in che modo valorizzare il prodotto nella sua cucina, come l’uso di un formaggio di alta qualità come il Parmigiano possa migliorare la qualità dei suoi piatti. Per questo ci stiamo impegnando per favorire la conoscenza, il progetto Parmelier ne è un esempio, e per suggerire l’adozione di normative che possano aiutare a divulgare il pregio dell’ingrediente, per esempio con una campagna di valorizzazione regolamentata che parta dall’indicazione di provenienza nel menù”. 

a cura di

Marina Caccialanza

Milanese, un passato come traduttrice, un presente come giornalista esperta di food&beverage e autrice di libri di gastronomia.
Condividi