L’ispirazione viene dal territorio
L’influenza del territorio e delle sue usanze è fondamentale. Se oggi abbiamo a disposizione materie prime e ingredienti provenienti da tutto il mondo, un tempo si attingeva, per necessità, alla disponibilità locale e le ricette erano espressione del luogo e dei suoi frutti. Ne è un esempio l’abitudine ligure di condire le paste con noci, nocciole, mandorle, di cui troviamo traccia nei ricettari del trecento/quattrocento: la salsa di noci serviva per condire spaghetti, linguine, tagliatelle e trenette, e pare che il pesto possa esserne l’evoluzione, un modo per utilizzare quell’erba che in Liguria si coltiva e cresce ovunque.
È lo stesso principio che dà origine ai succulenti sughi emiliani: dalla povertà di un tempo, la massaia ha creato un arricchimento; ha imparato a recuperare gli avanzi legandoli con un condimento e ne ha fatto un piatto nuovo. Per questo ogni famiglia ha la sua ricetta del ragù: cipolla di base, erbe dell’orto, ritagli di carni miste – bianche e rosse – e il pomodoro, talvolta funghi, piselli. L’Artusi non ne fa cenno nella sua opera, forse indeciso su quale scegliere; per questo nel 1982 l’Accademia Italiana della Cucina decise di depositare la ricetta tradizionale bolognese. Per questo esistono versioni diverse in molte regioni italiane, dal ragù alla napoletana con la carne cotta intera per insaporire il sugo che servirà da condimento ai ragù toscani o umbri con cacciagione, rigaglie, quello barese con carne di cavallo, con salsicce di maiale; due elementi restano di base: il soffritto e la cottura lenta e prolungata.
Accanto ai sughi di carne, non dimentichiamo quelli con i pesci. L’abbondanza di pesci conservati sotto sale, hanno ispirato sughi divenuti iconici come condimento della pasta: i bigoli in salsa veneti, i pici con l’acciugata toscani, lo stoccafisso per il vincisgrassi marchigiano. Tra i tanti piatti classici della cucina di pesce, gli spaghetti con le vongole, di cui ogni regione ha la sua versione più o meno ricca ma sempre basata sulla freschezza della materia prima.
Le verdure, d’altro canto, offrono alle ricette regionali un tocco speciale, pensiamo alla pasta alla Norma, alle orecchiette con cime di rapa, ai maccheroni “al ferretto” conditi coi peperoni “cruschi”.