La storia della famiglia Tagliaferri
A scegliere questo mestiere per primo fu il bisnonno Felice nei primi anni del Novecento, seguito da nonno Osvaldo. La prima attività li vide impegnati a Molina, frazione di Vietri sul mare, al confine con Cava, fino a quando l’alluvione del 1954 spazzò via tutto, tranne i ricordi e la voglia di continuare.
Tante le vicissitudini che hanno segnato questa famiglia, fino all’apertura del 1974 dell’attuale pasticceria in Via della Repubblica ed il passaggio di testimone, dopo la prematura scomparsa di papà Felice, ai suoi tre figli.
Ad aver caratterizzato il loro cammino professionale è stato, ed è, una capacità di innovarsi che porta caparbiamente con sé una forte identità territoriale. A pochi giorni dalla Festa dei morti e di quella di San Martino, infatti, il bancone è un fiorire di torroni e torroncini. Ci sono, tra gli altri, i Martiniani (comunemente denominati anche ossa dei morti) e il torrone al rum, ma anche i più classici (da regalare secondo tradizione alle proprie mogli o compagne per scongiurare il tradimento) o la frutta secca ricoperta di caramello e cioccolato.
Ormai introvabile altrove è la Monte Bianco, torta da forno delicata per la cupola di meringa che ricopre un morbido pan di Spagna bagnato con la Strega, una sfoglia all’amaretto, una crema al Marsala e pezzi di cioccolato. Un sapore antico, un pezzo di storia locale.
Tra le tipicità diventate sinonimo della Pasticceria Tirrena vi è il confettone. Un confetto molto grande, ricoperto da diavulilli (ovvero piccolissimi confettini bianchi), risalente al 1600. Si ottiene da una tostatura leggera dei semi di cacao interi, poi passati nel cioccolato fondente e in una pasta di cacao. Da provare anche le monachelle, o veneziane, che a vista ricordano i più noti maritozzi, ma sono realizzate con il Pan di Spagna e la crema chantilly.