Cerca

Premi INVIO per cercare o ESC per uscire

Per le tariffe dell’acqua in Italia aumenti fino al 42%

29/11/2011

Per le tariffe dell’acqua in Italia aumenti fino al 42%
L’acqua è un bene prezioso, oltre che per la vita, anche per le nostre tasche e, nonostante gli esiti del referendum che ha voluto abrogare il provvedimento di privatizzazione, in soli due anni, abbiamo visto aumentare il costo della bolletta di tre volte di più dell’inflazione. E' quanto emerge da un’inchiesta di Altroconsumo condotta su 46 città italiane, che scatta una fotografia di un settore in totale anarchia, con un aumento medio del 12,5%, pari a circa 30 euro in più all’anno a famiglia, con punte che raggiungono anche il 42%. Ad Aosta le tariffe dell’acqua hanno decuplicato l’aumento dell’inflazione e dove oggi ai cittadini il servizio costa 249 euro l’anno, ma il record assoluto spetta però a Firenze dove, con  un aumento del 12%, il caro-famiglia raggiunge in media 506 euro l’anno.
Uniche eccezioni: Catanzaro, Campobasso e Salerno, dove le tariffe sono rimaste invariate. Sabato i movimenti dell’acqua sono tornati in piazza per ribadire il loro «giù le mani dall’esito del referendum».
Secondo Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo, «a prescindere che l’acqua sia pubblica o privata, serve subito una regolamentazione a livello nazionale. E quindi che la neonata Agenzia, con tutti i suoi handicap (dal nome alla nomina politica, fino alla mancanza di mezzi che la fa partire zoppa rispetto a un’Authority come quella per l’energia e il gas), inizi quanto prima a lavorare. Per vigilare sull’applicazione di tariffe e piani di investimento, quindi stabilire standard omogenei di qualità».
Perché tante differenze? «Il vero problema è la disomogeneità del territorio nei servizi che si riflette in un differente trattamento degli utenti – prova a spiegare Luciano Baggiani, presidente dell’Associazione dei gestori del servizio idrico (Anea) –. Vi sono aree del Paese che soffrono di un’arretratezza infrastrutturale inconcepibile. Quanto alle tariffe sono più elevate dove le condizioni strutturali lo impongono, perché sono stati fatti in passato meno investimenti, perché le fonti sono lontane dai centri abitati, perché l’orografia influisce sulla qualità dell’acqua come risorsa». Poi aggiunge: «Non si può escludere che ci siano inefficienze, ma è difficile accertarlo per i ritardi nella raccolta dati. Il presupposto per il rilancio del settore è una forte regolazione pubblica, autorevole e credibile. Da attuare in modo che sia competente, indipendente e senza conflitti di interesse».
Condividi