Nel negozio laboratorio di via Cavour preparano anche dolci da forno, torte con frutta stagionale, crostate, biscotteria secca, plum-cake, insomma dolci da colazione e da merenda. Avendo anche un angolo caffetteria, per completare l’offerta a una clientela che li frequenta dalle 7:30 alle 19:30, preparano pure brioches, panini e focacce farcite.
Un anno e mezzo fa, poiché quel laboratorio si era fatto stretto per l’aumentata produzione, hanno effettuato un forte investimento per aprirne un altro in via Don Borio, in una zona residenziale periferica di Torino, affiancandolo con un punto vendita che si aggiunge a quello di via Lamarmora, sempre con l’idea dei negozi di prossimità.
Si stanno attivando anche per ottenere una licenza per un piccolo punto vendita nel mercato dei contadini di Porta Palazzo.
Con l’avvio del nuovo laboratorio, dove il personale trova spazi più adeguati, la prospettiva è quella di lavorare cinque giorni su sette, sempre con orari lunghi, senza chiusura a pranzo, magari riducendoli un po’ per favorire un turn-over che permetta un miglioramento della qualità di vita dei loro collaboratori che oggi sono 30 tra produzione, vendita, ufficio e magazzino.
Gli orari che facevano vivere ai fornai una vita rovesciata sono oggi solo un ricordo per loro che lavorano di giorno e non di notte perché con il tipo di pane che producono i tempi sono stati dilatati lungo l’arco della giornata: impastano la mattina, spezzano e formano verso sera mentre la cottura avviene entro le 10 di sera. Essendo tutti formati grandi hanno bisogno di riposo così dalle cinque del mattino seguente sono pronti per essere trasportati perché il forno effettua anche consegne a domicilio in città, in provincia e nel resto d’Italia.
Non impastano a mano perché non riuscirebbero a far fronte alle richieste ma tutti i pani vengono lavorati e formati a mano, anche se fra i loro progetti comincia a farsi spazio l’idea di avviare una piccola produzione interamente lavorata a mano.
Una piccola parte della loro produzione è destinata ad alcuni ristoranti che credono nel valore del cestino del pane, anche se un certo livello di ristorazione in parte sopperisce con pane autoprodotto.