Secondo i calcoli fatti dall’Accademia italiana della cucina, il conto finale per imbastire una tavolata di Natale per sei persone può scendere fino a 85 euro, e a 105 per il cenone di Capodanno. Il “segreto”, se di segreto si può parlare, è attingere dalla tradizione e dai piatti umili, ignorando le mode del momento e i capricci esotici, che spesso restano sulla tavola senza essere stati toccati (tra il 20 e il 25% della spesa natalizia finisce nella spazzatura ogni anno).
A sentire Giovanni Ballarini, presidente dell’Accademia, le spese eccessive durante le festività possono essere abbattute con un semplice gioco di numeri e un poco di buon senso: “Se per la cena di magro della Vigilia tutti comprano le stesse cose (spigole ed orate, scampi, gamberoni imperiali) è logico che il loro prezzo salirà alle stelle. E la qualità, data l’enorme richiesta, non sempre resterà ai massimi livelli. Basta allora scegliere, puntando magari su un pesce ottimo quale lo stoccafisso o gustoso come le acciughe, per evitare di restare, con questa maggiore attenzione, vittime dell’impennata di prezzi che la maggiore domanda, in gran parte, determina. Senza considerare il piacere di riscoprire le ricette tradizionali autentiche”.