Come sei arrivato qui? Qual è il tuo percorso professionale, Maurizio?
“Potrei dire che in sala ci sono nato. A 17 anni ero maître in un hotel a Rodi Garganico e avevo sotto la mia direzione sei persone. Mi è sempre piaciuto lavorare in sala, ma la vera svolta professionale è coincisa con il mio arrivo qui, a Peschici, e alla fiducia che lo chef Cilenti mi ha dato otto anni fa. Da allora questo è il mio posto. Con Domenico facciamo ogni cosa insieme: la scelta del menu, la carta dei vini, le modalità di presentazione dei piatti. Devo tutto a lui e non basterà tutto il mio tempo per ripagarlo della fiducia ricevuta”.
Porta di Basso non è un ristorante stellato, eppure ha tutte le caratteristiche per poter entrare nell’olimpo della ristorazione…
“Non inseguiamo a ogni costo la stella Michelin. Quando arriverà e se arriverà sarà il meritato riconoscimento di un lavoro sempre al massimo che facciamo per la soddisfazione del cliente. Ci speriamo, come ogni ristoratore che la riceve, ma non abbiamo costruito questa formula per quello”.
Qual è la formula?
“Un ristorante dove la cucina e la sala si parlano costantemente, dove i piatti che compongono il menu sono contemporanei ma con una cura dei prodotti del territorio che si esprime in una sola formula: mai più di tre ingredienti per piatto, per esaltarne i sapori, poterli riconoscere e apprezzare. E uno chef patron, Domenico Cilenti, che tiene al suo ristorante più di ogni altra cosa”.