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Posta Faugno

04/12/2024

Posta Faugno

Maggiore resistenza ai patogeni, crescita della qualità, superiore adattamento ai cambiamenti climatici. Sono questi alcuni dei principali benefici di cui godono le coltivazioni di Posta Faugno, azienda di circa 100 ettari, a San Paolo di Civitate, che ha scelto di diffondere musica nei propri campi.

Situata in provincia di Foggia, qui il paesaggio mostra già gli spazi e le caratteristiche del Molise, poco distante. Così da un lato si scorge il promontorio del Gargano e dall’altro le alture preappenniniche, mentre i terreni godono di una particolare fertilità grazie alla presenza del fiume Fortore.

È qui che la famiglia Niro, alla terza generazione di agricoltori, ha scelto di pensare al proprio mestiere in modo del tutto nuovo, mettendo in pratica un’agricoltura conservativa, riducendo le lavorazioni e le pratiche invasive.

Luca e Paolo Niro di Posta FaugnoLuca e Paolo Niro di Posta Faugno

Il progetto Armonicoltura

Il regno vegetale ha più sensi di noi, non può essere considerato come qualcosa di inanimato. Con i giusti segnali esterni lo si può stimolare e far star meglio”. Comincia così il racconto di Luca Niro, uno dei quattro fratelli oggi a capo dell’azienda agricola.

Al termine azienda prediligo organismo, perché si tratta di qualcosa di vivo che è in continuo cambiamento. L’agricoltura convenzionale ha per troppo tempo preso e basta, con il biologico si può restituire in una sorta di scambio continuo. Nell’arte noi abbiamo trovato un filo conduttore che ci mette in connessione con la natura e ci fa capire qual è la strada: dare giusto valore al prodotto, a chi ci lavora, ma anche alla terra stessa”.

Produttori di diverse colture orticole ed arboree, tra cui alcune tipiche della zona, la famiglia Niro ha dato vita al progetto “Armonicoltura” qualche anno fa, dopo aver approfondito una serie di ricerche scientifiche sull’argomento e aver avviato una collaborazione con il Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale, diretto dal professore Stefano Mancuso.

I melograni a Posta FaugnoI melograni a Posta Faugno

Nella pratica, a Posta Faugno, sono stati realizzati all’incirca due chilometri di impianto audio che diffonde musica a 432 hz del compositore biologo Emiliano Toso, con la consapevolezza che le piante reagiscono alle onde sonore. È stato dimostrato che la musica a questa specifica frequenza è di sostegno nella riduzione di stress ed ansia, in accordo con i suoni della natura, incidendo anche sulla salute delle piante, in particolar modo negli stadi vegetativi iniziali.

Posta Faugno

Un organismo agricolo, tanti obiettivi

Posta Faugno, nome che ricorda sia la fertilità di quest’area che il nome dialettale di un vento, è stata la prima azienda agricola a coltivare un campo di cotone biologico in Europa ed è, a tutti gli effetti, un hub che catalizza iniziative culturali e sociali.

Un’area esterna è predisposta per accogliere concerti all’aperto, un’altra ospita le arnie della Cooperativa sociale Ortovolante, impegnata nella produzione di miele partendo dai valori di inclusione e integrazione sociale. 

Se la maggiore attività è incentrata sulla vendita del fresco, una parte della produzione viene trasformata per offrire prodotti bio da piante coltivate con la musica.

L’agricoltura deve trasformare i prodotti, ma deve fare in modo di lasciarli vivi. Anche nei metodi di trasformazione e di conservazione cerchiamo di rispettare al massimo la natura, affinché ci sia quello scambio virtuoso di cui necessitiamo”, spiega Luca Niro.

Le bietole di Posta FaugnoLe bietole di Posta Faugno

Così nascono l’olio extravergine di oliva, i succhi di mela cotogna e melagrana, le passate, le conserve di pomodori, le composte di frutta e la pasta: prodotti realizzati esclusivamente con produzioni aziendali.

Anche le etichette non si sottraggono alla convinzione che l’agricoltura abbia bisogno dell’arte e viceversa: realizzate dall’artista Silvestro Regina si ispirano alla natura, alla sua bellezza e alla sua sapienza.

a cura di

Antonella Petitti

Giornalista, autrice e sommelier. Collabora con diverse testate, tra radio, web e carta stampata. Ama declinare la sua passione per il cibo e i viaggi senza dimenticare la sostenibilità. Sempre più “foodtrotter” è convinta che non v’è cibo senza territorio e viceversa.

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