Il polso dei clienti, che riempiono numerosi le vostre trattorie, ce l’avete. Dal tuo punto di vista qual è il ruolo della trattoria nell’immaginario degli italiani?
“Parto da una premessa importante: siamo figli di una generazione in cui la trattoria era considerata un luogo di convivialità dove andare con la famiglia a fare festa, però aveva come caratteristica importante quella di essere un posto dove si mangiava tanto e si spendeva poco, magari non badando alla qualità.
Oggi deve essere sempre un luogo di grande convivialità e condivisione ma anche dove si fa cultura. È questo il messaggio che dovrebbe far passare chi fa comunicazione al popolo dei non addetti, che in trattoria ci si va a fare un’esperienza e anche ad arricchirsi, venendo a conoscenza - per esempio - di
storie di persone e di prodotti di cui nemmeno si sapeva l’esistenza. Quindi, e vado alla domanda che mi è stata posta, per chi ha già fatto questo tipo di percorso la trattoria è il luogo che meglio esprime la cucina italiana, per tutti gli altri dev’essere una scoperta sia dal punto di vista enogastronomico che da un punto di vista più alto”.
C’è un’identità ben precisa che avvolge e connota ciascuna delle trattorie che aderiscono a Premiate Trattorie Italiane, un’identità mai urlata ma sempre coltivata singolarmente e poi confluita armonicamente nella base comune.
Dalla nascita ad oggi quest’associazione ha curato tantissimo le fondamenta, senza fare l’errore di voler crescere troppo in fretta, finché non ha raggiunto una sua solidità. Ora è pronta, pronta a crescere, pronta a parlare, pronta a difendere a diritto un’italianità che promuove ogni giorno.
È iniziato un nuovo corso per le Premiate Trattorie Italiane, non perché è cambiata la presidenza ma perché tutti, insieme, hanno capito che il tempo giusto per fare un passo avanti è adesso.
crediti fotografici LIDO VANNUCCHI