Secondo il Censis, sono oltre 2 milioni gli italiani mangiano pasta tutti i giorni a pranzo e cena. In 10 anni la produzione di pasta a livello mondiale è passata da circa 7 a 12 milioni di tonnellate. In quest’ambito, l’Italia si conferma prima per produzione, potenzialità produttiva, consumo pro capite ed esportazioni. Con 3,2 milioni di tonnellate prodotti rappresentiamo il 26% circa della produzione mondiale e il 75% della produzione Ue. In altre parole, un piatto di pasta su 4 mangiati nel mondo e 3 su 4 in Europa è fatto con pasta italiana. Sono i dati che si ricavano dal rapporto sul mercato della pasta in Italia, redatto da SymphonyIRI Group.
Numeri che parlano da soli in rapporto al contributo che danno ai consumi alimentari, su cui sta per abbattersi un preoccupante aumento dei costi delle materie prime, che in un solo mese hanno visto i prezzi salire mediamente del 10,5 per cento, con punte del 19,8 per cento per il frumento duro, e hanno guadagnato oltre il 66 per cento rispetto a gennaio di un anno fa (addirittura il più 89 per cento per il frumento tenero).
I piccoli e medi pastifici italiani, rappresentati da UnionAlimentari - CONFAPI, sono preoccupati da questo problema caratterizzato dalla scarsità d’offerta delle principali materie prime (dallo zucchero, al grano, all’olio) e dall’impennata dei loro prezzi su scala mondiale. Nell’ambito di tale situazione, il comparto della pasta italiana pone l’attenzione sull’approvvigionamento della semola di grano duro, unico ingrediente della pasta secca di semola.