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Preoccupazioni per il mondo del vino

17/11/2011

Preoccupazioni per il mondo del vino
Il mondo del vino quest’anno si troverà a fare i conti con il raccolto di uve più scarso dagli anni Cinquanta, secondo le stime di Assoenologi, che ha misurato una riduzione di oltre il 15% di raccolto. Tra le cause di questo tracollo nella produzione si trovano sia fattori ambientali, dovuti al caldo eccezionale fatto registrare la scorsa estate, sia l’estirpazione diffusa dei vigneti e la cosiddetta “vendemmia verde”, che toglie di mezzo i grappoli acerbi prima dell’estate e rischia di mortificare la produzione, quando le condizioni meterologiche non sono favorevoli.
La mancata raccolta ha conseguenze importanti per tutto il settore, anche per le produzione di derivati dal vino: è il caso, quest’ultimo, dell’Aceto Balsamico di Modena, a base di mosto d’uva e aceto di vino, da decenni una tradizionale “valvola di sfogo” per la sovrapproduzione. A preoccupare i produttori modenesi tuttavia, non sono i possibili rincari sul prezzo dell’aceto destinato al consumatore finale, che per la verità si mantiene sui 5 euro al litro, ma il rischio che gli operatori del settore vedano ridotti i margini di guadagno, e che siano impossibilitati a far fronte all’elevata domanda, proprio a causa di un impoverimento delle scorte.
“La vendemmia ridottissima di quest’anno, la situazione di cantine vuote dovuta anche alla elevata richiesta di vino da parte dei produttori di alcol, e la tendenza a fare stock di vino per cautelarsi da un’eventuale, nuova vendemmia negativa nel 2012 fa sì che i mosti e gli aceti stiano subendo un’ inattesa, elevata impennata nei prezzi - sono le parole di Giorgio Bentivogli, responsabile tecnico del Consorzio Aceto Balsamico di Modena - Si registrano aumenti per il mosto d’uva che vanno dal 30 fino al 50%, e per l’aceto di vino intorno al 40%: ciò determinerà un riflesso a breve termine sui prezzi di vendita dell’Aceto Balsamico di Modena, proprio in un momento in cui la congiuntura economica aveva già ridotto i margini degli operatori, che oggi quindi non dispongono di ‘ammortizzatori’ con i quali assorbire parzialmente gli aumenti”.
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