Roma, Camera dei Deputati, Sala del Refettorio. Sede più solenne, istituzionale e prestigiosa non si poteva trovare per presentare un libro. Non si è trattato del solito libro, di quelli che raccontano ma non emozionano o si dimenticano. L’occasione è stata importante per ricordare una volta tanto in questa Italia dei lamenti, in questa crisi che lenisce valori e incupisce gli individui, che c’è ancora qualcuno a cui credere e guardare con ammirazione.
Il libro presentato è in buona parte una conversazione con il capitano d’impresa, il commendator Enrico Zoppas e la storia della sua azienda, la San Benedetto, una delle acque minerali più diffuse e conosciute. Il libro cerca di illuminare la vita di un imprenditore, ma prima di tutto di un uomo alla guida di una delle più importanti realtà italiane conosciute al mondo. Del ruolo dei fratelli e della sua numerosa famiglia in azienda, dei passaggi generazionali e del confronto con le necessità manageriali. Il libro fa uno spaccato della vita in azienda ed esalta il rapporto sincero e collaborativo con le maestranze, fa l’analisi col territorio e si misura con le istituzioni che, fatto raro ma vero, San Benedetto ha sempre trovato aperte e costruttive. Il libro testimonia non a caso le proficue relazioni con i vertici di vari ministeri e in particolare con quello dell’Ambiente.
Il titolo è magnificente e di per sé esaustivo: “Una vita per l’acqua, l’acqua per la vita”. Si racconta di un uomo del nord est di umili origini e cresciuto con questi principi, dedito al lavoro da sempre, che ha creduto in ciò che faceva fin dalle attività iniziate col padre. L’esperienza con San Benedetto parte invece nel 1956 e non c’è mai stato un momento senza crescita. Oggi è la prima azienda famigliare del settore per importanza di fatturato con oltre 865 milioni di euro, impiega 2000 addetti e ha una capacità produttiva giornaliera di 17 milioni di bottiglie. Con questi numeri può sorprendere che il patron di questo colosso abbia anche una sensibilità (forse innata, o forse data dalle sue origini) a temi come l’ambiente, la sostenibilità o la salvaguardia del patrimonio. Invece questa sensibilità l’aveva colta l’allora direttore generale del Ministero dell’Ambiente e oggi ministro di questo dicastero, Corrado Clini.
Alla presentazione il ministro ha voluto esserci e non ha risparmiato di ricordare con aneddoti i suoi trascorsi a volte anche piacevoli, l’innovativo progetto portato avanti con San Benedetto. “I due anni e mezzo – racconta il ministro - in cui ho seguito il progetto pilota alla San Benedetto, il primo in Italia che ci ha permesso di collaudare la metodologia del calcolo sull’impronta del carbonio nei processi produttivi, non poteva essere capito se a capo dell’azienda non ci fosse stato un uomo aperto, moderno e straordinariamente audace”. Oggi questo progetto dà alla San Benedetto il privilegio di certificarsi con un marchio di “qualità ambientale” che significa concretamente in un risparmio nella filiera produttiva di migliaia di tonnellate di CO2 e di molti milioni di euro in risorse energetiche altrimenti sprecate.
La prova condotta per la prima volta in uno stabilimento italiano implica che la produzione industriale sia controllata col “metodo del calcolo del carbon footprint” : criteri innovativi dei quali pochi agli inizi davano importanza. Invece questa lungimiranza trovata in San Benedetto ha aperto una strada importante e dato al progetto quella concretezza perché sia visto come esempio in molte attività produttive del nostro Paese. Tanto è vero che oggi oltre agli stabilimenti del gruppo di Scorzè, ci sono ben 80 grandi e medie aziende che si stanno adoperando per certificarsi col marchio di qualità ambientale.
Questa capacità di guardare al futuro e soprattutto nel rispetto dei principi di sostenibilità all’ambiente, vengono evidenziati dal libro intervista scritto da Alberto Rochira che, come ha detto lo stesso autore “vuole dare un simbolico omaggio di grande riconoscimento alla figura di uomo e di imprenditore per aver dato tanto al suo territorio”.
Gli intervenuti alla presentazione lo hanno ricordato in più fronti, in primis l’on. Roberto Menia che si è dichiarato “onorato per aver collaborato da sottosegretario all’Ambiente al pionieristico progetto ”, o come ha fatto Pietro Lucchese ricordando i 22 anni di incessante collaborazione seguendo la comunicazione del brand aziendale.
E nella bella lettera inviata dal governatore del Veneto Luca Zaia “ringraziando questa figura imprenditoriale per aver dato valore al suo territorio nel rispetto della legalità con caparbietà e lungimiranza”. Un merito particolare l’ha infine evidenziato lo stesso Enrico Zoppas, sottolineando il prezioso lavoro portato avanti da Vincenzo Tundo, direttore marketing del Gruppo, per essere “riuscito a tradurre i valori e gli ideali di una filosofia aziendale in concreti risultati commerciali”.
Roberto Martinelli
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