La partnership tra Mutti e il WWF ha raggiunto un primo risultato importante. L’azienda leader nella produzione di concentrato, passata e polpa di pomodoro, ha commissionato un’indagine sulla propria impronta idrica.
Mutti è, quindi, la prima azienda italiana ad aver calcolato scientificamente i consumi d’acqua della propria produzione, dalla coltivazione nei campi sino al prodotto finito.
L’importante risultato è stato ottenuto grazie al supporto scientifico del WWF e del Dipartimento di ecologia forestale dell’Università di Tuscia (Viterbo). L’indagine rientra in un piano aziendale di contenimento dello sfruttamento ambientale, tramite riduzione delle emissioni di Co2 e dello spreco idrico. D’ora in avanti il calcolo della “impronta idrica” del proprio carrello della spesa sarà possibile farlo online, grazie all’apposito programma del WWF (
www.improntawwf.it).
La quantità di acqua necessaria a produrre un chilo di pomodoro fresco è di 156 litri. Per una bottiglia di passata, compresi contenitore ed etichetta, sono necessari 172 litri, mentre si arriva a 223 litri per un barattolo di polpa da 400 grammi. I termini di paragone, suggeriti per avere un’idea più precisa, sono con i prodotti della terra, così come sono all’origine: ci vogliono 200 litri di acqua per “produrre” un uovo, 900 per un chilo di patate, 3.400 per un chilo di riso, ma si arriva fino a 2.400 litri per un hamburger da 150 grammi. Mutti partirà da qui per stabilire i propri obiettivi di riduzione, in un percorso di sostenibilità insieme al WWF Italia.
I dati parlano da soli, e confermano i calcoli dell’esperto Arjem Hoekstra, il quale postula che l’85% dell’impronta idrica umana è destinato alla produzione agroalimentare, il 10% alla produzione industriale e il restante al consumo domestico. Il calcolo dell’impronta idrica da parte di ogni singola azienda aiuterà a sensibilizzare i coltivatori, che forniscono il prodotto, ad adottare maggiori accorgimenti nelle pratiche di irrigazione, spesso risolte da macchinari obsoleti e poco controllati.