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Pyongyang in Olanda

19/06/2024

Pyongyang in Olanda

Il 28 gennaio 2012 a Osdorp, un sobborgo periferico e piuttosto anonimo di Amsterdam, aprì il primo ristorante nordcoreano d'Europa. Fino a quel giorno, la cucina di uno dei paesi più segreti al mondo era rimasta anch’essa un mistero, con un’unica eccezione rappresentata da una mensa temporanea aperta a Vienna negli anni '90.

Il ristorante Pyongyang faceva parte di una catena globale, tutt’ora esistente, controllata direttamente dallo stato. Con soli 24 posti a sedere, il locale prometteva un'esperienza fuori dal comune. Il menù fisso, composto da nove portate al costo di 80 euro a persona, comprendeva una selezione di piatti come ostriche arrostite con sgombro affumicato, fragole e alghe, il sempre presente kimchi, una zuppa di pollo nero e barbecue tradizionali, niente di radicalmente diverso rispetto alla ben più nota cucina del Sud. 

Pyongyang in Olanda

Tuttavia, ciò che davvero incuriosiva gli ospiti era l’atmosfera del Pyongyang. Entrare nel ristorante significava immergersi in una stanza priva di finestre, decorata con immagini iconiche e nazionaliste della Corea del Nord. All’interno della sala poi, un gruppo di hostess vestite in abiti tradizionali accoglieva i clienti con canti e balli tradizionali tra una portata e l’altra.

Se il ristorante di Osdorp segnava il debutto della catena nordcoreana in Europa, nel contesto asiatico il marchio Pyongyang era già ben consolidato. I primi locali erano sorti nel nord della Cina, vicino al confine con la Corea del Nord, negli anni '90. Con l'avvento del XXI secolo poi, la catena aveva visto un’espansione significativa, con circa 100 filiali distribuite in tutta l'Asia.

Tuttavia, questi luoghi non sono stati esenti da critiche, che si protraggono ancora oggi. Sebbene possano sembrare innocui esercizi commerciali, diversi esperti sostengono che i ristoranti abbiano fini ben più oscuri, tra cui raccogliere valuta estera per il governo di Pyongyang, finanziare le attività dell'ambasciata nordcoreana nel paese ospitante e riciclare denaro. I proventi raccolti verrebbero quindi utilizzati per sostenere direttamente uno stato accusato di gravi violazioni dei diritti umani. Inoltre, i dipendenti dei ristoranti, quasi tutti trasferitisi dalla Corea del Nord apposta per lavorare nei ristoranti, per timore di fughe (che equivarrebbero a diserzioni), verrebbero strettamente controllati e non godrebbero di libertà di movimento.

Kimchi, piatto emblematico della tradizione culinaria di entrambe le CoreeKimchi, piatto emblematico della tradizione culinaria di entrambe le Coree

Il ristorante Pyongyang di Amsterdam ha chiuso pochi mesi dopo l’apertura a causa di un disaccordo tra i proprietari olandesi e i dipendenti, che lamentavano condizioni di sfruttamento e bassa remunerazione. Nel 2013, il ristorante ha riaperto sotto il nuovo nome di Haedongwha. Anche questa nuova veste però non fu un successo e il locale chiuse i battenti meno di un anno dopo. La breve esistenza di questi due ristoranti riflette le complesse dinamiche tra attrazione culturale e le ombre della geopolitica che li avvolgono, lasciando Amsterdam, e l’Europa intera, con il ricordo di una esperienza culinaria probabilmente inusuale, ma forse eticamente discutibile. 

a cura di

Federico Panetta

Varesotto di origine, è come una biglia nel flipper dell'enogastronomia. Dopo la formazione alberghiera lavora in cucina e si laurea in Scienze Gastronomiche presso l’Università di Parma. Oggi si occupa di comunicazione gastronomica collaborando con diverse riviste di settore.
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