“Parliamo di quello che è, non di quello che non è.” Marianna Vitale
A Sud c’è una donna. Ẻ napoletana. Ẻ cuoca. E’ tanto pacata quanto è la sua giovane determinazione. Si chiama Marianna Vitale: una a cui piace che si dicano le cose per quello che sono, non per quello che non sono. Figlia dei colori e dei suoni forti di Porta Capuana, storico quartiere partenopeo di passaggi e scambi, fin dalla tenera età si è impregnata dei buoni odori della cucina di nonna, e di quella del padre, anche lui cuoco. Ha studiato letteratura spagnola, quindi accompagnato gente per le pittoresche vie della sua città, e deciso di cogliere la prima (prestigiosa) padella al balzo: nel 2008 fiancheggia Lino Scarallo a Palazzo Petrucci, interiorizzando, giorno dopo giorno, input culinari semplici ma dall’alto profilo. E da lì inizia a coltivare, non troppo timidamente e con estrema cura, la volontà di raccontare una storia tutta sua. Sfidando le barriere periferiche, le previsioni pessimistiche dei più, e una concorrenza che non c’è, perché l’approdo avviene in uno di quei luoghi in cui, si potrebbe dire, anime culinarie ‘non tradizionali’ come la sua non sono nemmeno contemplate.