La tecnologia e i nuovi atteggiamenti
L’anno appena trascorso se prima ci ha allontanati dalla natura, costringendoci alla reclusione, imponendoci una dimensione artificiosa e iperconnessa del nostro tempo, poi ci ha spinti con irruenza a vivere fuori. Siamo tornati a dire “ho bisogno di uscire” senza sottintendere che c’è il desiderio di un aperitivo, piuttosto che di una bella passeggiata lungo un fiume o in centro città.
Speriamo che duri questo bisogno di evasione e di contatto con l’aria. Speriamo permanga la voglia di godersi gli sprazzi verdi, le vette alpine, i panorami costieri, con più sentimento e meno programmazione, proprio come avvenuto negli ultimi dodici mesi. Speriamo che duri perché l’anno della pandemia ha accelerato un processo di esplorazione territoriale che, ormai da tempo, subiva la notorietà dei luoghi inflazionati, sfruttati per l’enorme potenziale commerciale ma non abbastanza in modo strategico e moderno. E a proposito di modernità: anche la tecnologia, va detto, sta migliorando il contatto con l’Italia: le app dedicate al cicloturismo e al trekking, per esempio, le guide vinicole, ma anche la condivisione di posizioni e scatti sulle piattaforme social, ha permesso di allargare la forbice delle aree e delle attività ‘interessanti’ per i turisti, in accordo con quanto dicevamo prima sulla ridistribuzione del turismo in Italia.
La ristorazione in che modo può inserirsi? La ristorazione non ha bisogno di inserirsi, è già dentro, deve solo alzare la mano e avanzare delle proposte in favore dei territori. Dovrebbe lasciar perdere le battaglie per accaparrarsi più clienti diffamando le altre attività, come non dovrebbe più ostinarsi a cercare l’esclusività d’immagine. Parlare dei propri fornitori, scrivere di proprio pugno il contatto diretto di uno di essi per stimolare una visita del cliente che ha fatto tappa al vostro ristorante, sono gesti che generano rete. Suggerire un’insegna vicina quando siete al completo non piega alla concorrenza, ma eIeva l’immagine del locale e fa del bene al territorio. Affinché tutto funzioni un po’ meglio dobbiamo rivedere il concetto di concorrenza: si concorre insieme per qualcosa, non si lotta gli uni contro gli altri.